Studio Istat: nel 2011 6,7 milioni di persone in difficoltà. Italia "all'ultimo posto in Ue per laureati"
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In Italia, tra il 2010 e il 2011, l'indicatore della "grave deprivazione" sale dal 6,9% all'11,1%: ciò significa che 6,7 milioni di persone sono in difficoltà economiche, con un rialzo di 2,5 milioni in un anno. Si tratta di persone in famiglie con 4 o più sintomi di disagio su 9 indicatori. Lo rileva il rapporto Bes Istat-Cnel, secondo cui il potere d'acquisto è sceso del 5% dal 2007 al 2011.
"Pil a -2,4% nel 2012, parte male anche il 2013" - L'Istat ha confermato che il Pil nel 2012 è calato del 2,4%. Il periodo peggiore è stato il quarto trimestre dell'anno, con un -0,9% (-2,8% su base annua). Le cose non vanno bene nemmeno per il 2013: il calo del Prodotto interno lordo già acquisito finora è dell'1%.
"Calano i posti vacanti: dato peggiore dal 2004" - Nel quarto trimestre 2012 il tasso di posti vacanti nel totale dei settori dell'industria e dei servizi è pari allo 0,3%, in diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al quarto trimestre del 2011. Lo comunica l'Istat. Nella media del 2012 il tasso è stato dello 0,5%, segnando una diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al 2011. E' il valore più basso dall'inizio delle rilevazioni nel 2004: cioè ogni 1000 posti occupati o vacanti ce ne sono 3 vacanti.
"Titoli universitari: italiani all'ultimo posto" - In Italia nel 2011 solo il 20,3% dei 30-34enni risulta aver conseguito un titolo di studio universitario. Si tratta del livello più basso tra tutti i Paesi dell'Unione europea, dove in media nella stessa fascia d'età i laureati sono il 34,6%.
"Occupazione: peggio dell'Italia solo Ungheria e Grecia" - Nel 2011 il tasso d'occupazione per la classe 20-64enni è sceso al 61,2%, dal 63% del 2008. Nell'Ue a 27 presentano un tasso ancora più basso dell'Italia solo l'Ungheria e la Grecia. E' quanto rileva l'Istat nel primo rapporto sul Benessere equo e sostenibile, presentato insieme al Cnel. Ciò è dovuto soprattutto alla scarsa occupazione che si registra tra le donne italiane, il cui tasso non raggiunge il 50% e nel Mezzogiorno.
"Italiani soddisfatti del loro posto di lavoro" - Nonostante gli effetti della crisi sul mondo del lavoro e i forti squilibri gli italiani si dicono soddisfatti del proprio lavoro, esprimendo un voto positivo, pari al 7,3 in una scala da zero a dieci.
"Due milioni e mezzo di lavoratori sono irregolari" - Secondo le stime di contabilità nazionale "la percentuale di occupati irregolari sull'occupazione totale, che si era andata riducendo negli anni Novanta ed era diminuita di due punti percentuali dal 2001 al 2003 a seguito della sanatoria del 2002, da quel momento si attesta su valori superiori al 10%, un livello economicamente e socialmente critico, corrispondente a oltre 2 milioni e mezzo di persone".
"Quasi un giovane su quattro non studia e non lavora" - La quota dei Neet, ovvero dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni che né studiano né lavorano, tra il 2009 e il 2011 è balzata dal 19,5% al 22,7%. Quasi un giovane su 4 dunque non è impegnato in percorsi formativi e non ha un posto. E' quanto rileva sempre il rapporto Bes, sottolineando i duri effetti della crisi sulle nuove generazioni. Inoltre viene evidenziato come ben l'8% dei Neet sia già laureato e quindi difficilmente potrebbe continuare a formarsi.
"Cala la fiducia nei partiti e nelle istituzioni" - A marzo 2012 il dato peggiore sul fronte della fiducia dei cittadini verso le istituzioni riguarda i partiti politici: la media, in un'ipotetica pagella su una scala da 0 a 10, si ferma al 2,3. Voti bassi anche per la fiducia verso il Parlamento (3,6), le amministrazioni locali (4) e la giustizia (4,4).L