CRISI NERA

Crolla il potere d'acquisto delle famiglie: -4,8%

Istat: "Dati neri per il 2012, giù anche il reddito: scende del 2,1% rispetto al 2011"

09 Apr 2013 - 12:05
 © Ansa

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Nel 2012 il potere d'acquisto delle famiglie consumatrici si è ridotto, tenuto conto dell'inflazione, del 4,8% rispetto al 2011. Secondo l'Istat nel quarto trimestre del 2012 il calo è stato ancora più accentuato, pari al 5,4% su base annua. L'anno scorso, peraltro, è calato del 2,1% anche il reddito disponibile delle famiglie consumatrici; anche in questo caso l'ultimo trimestre è stato nerissimo, con una riduzione del 3,2%.

Le famiglie non riescono a risparmiare - Nel 2012 la propensione al risparmio delle famiglie italiane è stata pari all'8,2%, con una diminuzione di 0,5 punti percentuali rispetto all'anno precedente, rende noto Istat. Nel quarto trimestre del 2012, al netto della stagionalità, la propensione al risparmio è pari all'8,3%, con una diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,9 punti rispetto al corrispondente trimestre del 2011.

La crisi colpisce anche la spesa - La spesa delle famiglie per consumi finali nel 2012 risulta in calo dell'1,6% a confronto con l'anno precedente. Lo riferisce l'Istat. In particolare, nel quarto trimestre è scesa del 2,1% in termini tendenziali.

E i profitti delle imprese diminuiscono - Nel 2012 la quota di profitti delle società non finanziarie è stata del 39%, registrando una riduzione di 1,1 punti percentuali rispetto al 2011. Lo comunica l'Istat, evidenziando che nel quarto trimestre del 2012 si è attestata al 38,5%, in diminuzione di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,2 punti su base annua. La caduta della quota nel 2012 e' stata determinata a una flessione del 4,2% del risultato lordo di gestione.

Crollo del potere d'acquisto, dati peggiori dal 1990 - La caduta registrata nel 2012 dal potere d'acquisto delle famiglie consumatrici, pari al -4,8%, è la variazione annua peggiore da quando è disponibile il dato, ossia dal 1990. E' quanto fa sapere l'Istat, a seguito della pubblicazione del relativo comunicato.

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