Il presidente della Banca centrale europea invita gli Stati in difficoltà a non fermare i cambiamenti
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L'intervento della Bce ha i suoi limiti, "non agiremo per assicurare la capacità di pagamento di un Paese". Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi alla ZDF. "Gli stati - ha aggiunto - possono anche essere insolventi". "I Paesi sovra-indebitati - ha aggiunto Draghi - devono fare riforme seriamente, come le ha fatte la Germania nel 2003".
Il numero uno dell'Eurotower traccia poi la via d'uscita dalla crisi dicendo e rispondendo a chi in queste settimane chiedeva una nuova iniezione di liquidità: nell'eurozona non si ricorrerà a un tasso di inflazione più alto, "questo lo garantisco".
Per quanto riguarda la situazione dei Paesi indebitati, Draghi dice che la Bce non userà il proprio programma di acquisto bond per salvare uno Stato dall'insolvenza, ma per tutelare la valuta comune.
Draghi ha anche sottolineato che in passato la Bce ha speso meno per acquisti di bond rispetto alle altre principali banche centrali e che grazie alla maggiore calma che regna sui mercati a seguito dell'annuncio del programma Outright Monetary Transaction (Omt), "il rischio per i contribuenti tedeschi è oggi significativamente inferiore rispetto ad un anno fa".
L'udienza della Corte costituzionale tedesca è prevista martedì e mercoledì, ma il verdetto non dovrebbe arrivare prima delle elezioni tedesche del 22 settembre prossimo. Il numero uno della Bce ha poi spiegato che il costo del denaro nella zona euro - attualmente al minimo storico dello 0,5% - potrà salire nuovamente quando sarà ritornata la fiducia sulla ripresa dell'economia.