E' il più grande crac economico di una istituzione pubblica americana. Obama segue la situazione
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La città di Detroit, sede delle tre grandi case automobilistiche americane (Gm, Ford e Chrysler), ha presentato la richiesta di bancarotta. Si tratta - sottolinea la stampa Usa - della richiesta più grande mai avanzata da una municipalità nella storia Usa. La domanda, avanzata dal commissario straordinario di Detroit, Kevyn Orr, che ha dichiarato lo stato di insolvenza della città, è stata approvata dal governatore del Michigan, Rick Snyder.
E così la "Motor City", il simbolo Usa dell'auto e sede delle tre grandi case a stelle e strisce (Gm, Ford e Chrysler) non ce l'ha fatta a risanare i suoi conti. E' la maggior richiesta di fallimento mai presentata da una città nella storia americana.
Mentre l'industria automobilistica ha rialzato la testa, la politica non è riuscita a raddrizzare i conti di quello che è un vero dissesto finanziario: Detroit ha più volte fatto ricorso a prestiti per finanziare operazioni che non hanno prodotto i risultati sperati sul fronte delle entrate.
I danni della corruzione - A pesare c'è stata una cattiva gestione delle finanze pubbliche dovuta alla corruzione politica. Ma anche il duro colpo subito dal mercato immobiliare e l'enorme calo della popolazione legato alla crisi economica che ha penalizzato anche il mercato dell'auto e l'immenso indotto che hanno fatto di Detroit la "Motor City" americana.
La città dei Big Three dell'auto aveva imboccato la strada del commissariamento nel dicembre scorso, dando il via alla verifica delle proprie finanze da parte dell'amministrazione dello Stato del Michigan. Ufficializzati così i problemi di liquidità e l'emergenza fiscale, mettendo la situazione in mano a un commissario straordinario.
Il crollo demografico e delle entrate - Il susseguirsi di deficit colossali viene attribuito alla corruzione politica e agli aumenti degli stipendi dei dipendenti pubblici. Ma a pesare c'è stata anche e forse soprattutto l'emergenza demografica (dai 7 milioni di abitanti degli anni '50 ai 714 mila attuali): un vero e proprio "spopolamento", in particolare tra il 2000 e il 2010, che ha ridotto la base dei "contribuenti" al bilancio delle casse municipali senza che, contemporaneamente, si riducessero le spese pubbliche.
Obama segue la situazione - Il presidente Barack Obama ha fatto sapere che segue attentamente assieme ai suoi stretti consiglieri la situazione. Lo ha detto una portavoce della Casa Bianca, Amy Brundage, aggiungendo che l'amministrazione Obama rimane impegnata a lavorare per far si che Detroit ritorni a crescere e "mantenga il suo status a livello delle più grandi città americane".