Il patron di Luxottica in testa alla classifica dei Paperoni di Piazza Affari con 15,2 miliardi di euro investiti. Rientra nella Top 10 Silvio Berlusconi
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Leonardo Del Vecchio è l'uomo più ricco di Piazza Affari, con 15,2 miliardi di euro investiti in Luxottica. Lo rivela Milano Finanza. I fratelli Rocca (Tenaris), per 6 anni leader con un patrimonio di 11,94 miliardi, sono scesi, invece, al terzo posto dietro a Miuccia Prada e Maurizio Bertelli, il cui patrimonio è pari a 14,54 miliardi. Nella top ten rientra Silvio Berlusconi, estromesso l'anno scorso, con un capitale di 3,45 miliardi.
Berlusconi torna tra i protagonisti di Piazza Affari, conquistando il sesto posto a fronte dell'undicesimo dello scorso anno, soprattutto grazie alla corsa di Mediaset, che ha totalizzato un rendimento annuo del 118,51% e di Mediolanum (+100%). Completano la top-10 i fratelli Benetton, quarti con un patrimonio di 8,18 miliardi e i Besnier di Parmalat, quinti con 3,74 miliardi di euro, mantenendo le rispettive posizioni conquistate nel 2012.
Seguono i Boroli-Drago, settimi dietro a Berlusconi con 3,38 miliardi investiti in Dea Capital, Generali e Gtech (ex Lottomatica), gli Agnelli/Nasi con 3,22 miliardi di euro investiti in Exor, ottavi, e i fratelli Della Valle (2,83 miliardi di euro in Tod's, Bialetti, Rcs, Poligrafici, Saks e Unicredit). Occupa la decima posizione la famiglia Ferragamo con 2,52 miliardi.
Tra i paperoni si segnalano anche Khalifa bin Zayed Al Nahayan di Abu Dhabi, 12esimo con la partecipazione in Unicredit, che ha raggiunto quota 1,59 miliardi, con un incremento di valore del 54,46% ed il russo Alex Knaster, 16esimo con un patrimonio di 1,23 miliardi, investito sempre in Unicredit. Diciassettesimi sono i fratelli Salini, con 1,21 miliardi investiti in Impregilo, seguiti da Giorgio Armani, con 0,98 miliardi investiti in Luxottica e da Giovanni Recordati, con 0,93 miliardi nell'omonimo gruppo.
Complessivamente, secondo MF/Milano Finanza, i primi 400 Paperoni di Piazza Affari hanno in cassaforte un tesoretto quotato 102 miliardi di euro, contro i 75,7 miliardi di un anno fa.