Probabile l'aumento della produzione
La decisione è quasi scontata: l'Opec alzerà le quote di produzione e quindi da questo mese sul mercato arriveranno 2 milioni e mezzo di barili in più al giorno. Ma per il mondo occidentale queste sono comunque ore di apprensione, in attesa di una mossa che appare ormai vitale per l'economia mondiale. Il petrolio costa tanto, troppo, e non basta che nelle ultime ore sia sceso di quasi due dollari al barile.
La quotazione è infatti scivolata sotto la fatidica soglia dei 40 dollari. Ma si è trattato semplicemente di un riassestamento dopo picchi che hanno scombussolato davvero troppo il mercato. Insomma, l'allarme resta alto. E all'interno dell'Organizzazione dei Paesi produttori sembra che i fautori di un ritocco al rialzo delle quote raccolta la maggioranza. Il ministro saudita Al-Naimi ha assicurato che appoggerà un aumento pari all'11% (da due milioni e mezzo di barili al giorno, appunto): attualmente i barili prodotti sono 23,5 milioni.
Ma sempre il ministro ha detto di non credere che questa mossa dell'Opec sarà davvero efficace sul fronte dei prezzi. Il problema, secondo Al-Naimi, è la preoccupazione del mercato per le forti tensioni politiche nell'area petrolifera del pianeta. E infatti c'è anche chi fa una proposta diversa: ad esempio, l'algerino Chakib Khelil sostiene che sarebbe molto meglio sospendere temporaneamente la soglia delle quote, in modo da lasciare ogni Paese libero di produrre e quindi di aumentare l'estrazione, in una sorta di regime di libero mercato.
Non sono d'accordo però Kuwait e Qatar, che hanno già fatto sapere che appoggeranno la proposta saudita.