In Svizzera sarà di 2.000 euro, in Italia il ministro Giovannini ne annuncia l'introduzione. Ma il sindacato non è convinto.
© LaPresse
Con la legge di stabilità si farà il primo passo per introdurre una sorta di reddito minimo, ''un sostegno per chi ha un reddito sotto la soglia di povertà" dice il ministro Giovannini. Gli risponde il numero uno della Cisl Bonanni affidandosi agli antichi Romani. "Primum vivere deinde philosophari: prima trovare i soldi per la cassa integrazione in deroga poi ciu sarà tempo di discutere di riforme del mercato del lavoro".
Bonanni: "Reddito minimo? Vendere i beni demaniali" - "La nostra opinione è che i soldi vanno presi dalla vendita dei beni demaniali - spiega Bonanni -, da una ristrutturazione forte della spesa pubblica, togliendo inefficienze, sprechi, ruberie e connivenze che fanno di gran parte della spesa pubblica un abbeveratoio per realtà politico-economiche alleate". Secondo Bonanni serve poi "una revisione fiscale che può darci ancora margine e poi dare una andatura molto più forte alla produttività di sistema e alla produttivita' tutta". "Ogni tanto qualcuno lancia una proposta - conclude - a noi non interessa la singola tessera interessa il puzzle, e il disegno unitario".
Giovannini: "Con la legge di stabilità un primo passo sul reddito minimo" - Con la legge di stabilità si farà il primo passo per introdurre una sorta di 'reddito minimo', ''un sostegno per chi ha un reddito sotto la soglia di povertà. Un'integrazione che si riceverà solo a condizione che ci si attivi seriamente a cercare un lavoro'' e che, se si hanno figli, si mandino a scuola e si portino ai controlli medici. Lo afferma in un'intervista a Repubblica il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, sottolineando che si tratta di ''un cambiamento storico, un fatto epocale per l'Italia'' e spiegando che si partirà nel 2014 ''ma si farà con gradualità".
Referendum in Svizzera: reddito minimo a 2.000 euro - "Se potessi avere duemila euro al mese...". Potrebbe essere questo lo slogan del comitato promotore di un referendum che si terra' in Svizzera, per introdurre un reddito di cittadinanza di 2.500 franchi svizzeri al mese, 2.000 euro appunto. Il comitato ha consegnato al parlamento di Berna piu' delle 100.000 firme richieste. Spetta al governo ora fissare la data del voto. La proposta prevede un reddito minimo di cittadinanza di 2.500 franchi al mese per ogni adulto senza lavoro e di 500 franchi (400 euro) per ogni minore, dalla nascita ai 18 anni. La misura costerebbe sui 400 miliardi di franchi all'anno (326 miliardi di euro). I soldi andrebbero presi dalle assicurazioni sociali e dalla tassa sul valore aggiunto.