"RESTITUISCANO I MONTI-BOND"

Mps, il ministero: "Non ci sarà la nazionalizzazione della banca"

Il Tesoro invita la fondazione e l'istituto a trovare presto una soluzione per l'aumento di capitale. Attesa per la riapertura dei mercati di lunedì

29 Dic 2013 - 20:33
 © LaPresse

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Il ministero dell'Economia non ha alcun interesse nella nazionalizzazione del Monte dei Paschi di Siena: a riferirlo è un portavoce, il quale sottolinea come la priorità per il governo è la restituzione dei 4 miliardi di Monti-bond agli italiani. L'auspicio del ministero è quindi che Fondazione Mps e la banca portino a termine l'aumento di capitale da 3 miliardi di euro deciso dall'assemblea degli azionisti.

Si muove anche il governo dopo lo strappo ufficiale registrato all'Assemblea degli azionisti tra i vertici di Banca Monte dei Paschi e la presidente della Fondazione Antonella Mansi. E lunedì il titolo dell'istituto senese va alla prova dei mercati. Una prova alla quale era stato sottoposto già venerdì quando, dopo il rinvio dell'Assemblea in prima convocazione per il mancato raggiungimento del quorum, l'azione aveva chiuso a 0,17 euro con un -2,15%.

A Siena si sono scontrate due visioni completamente diverse, ma quello che è abbastanza chiaro, nonostante il tifo sfrenato della città del Palio per la giovane presidente dell'Ente, è che tutto, questa volta, passa e viene deciso sopra una città che non ha più il potere di pochi anni fa, che non è più in grado di gestire da sola la terza banca italiana.

Ad Antonella Mansi, chiamata a guidare una Fondazione senza più un euro in cassa, come disse Antonio Paolucci, consigliere della Deputazione generale al suo insediamento, era stato assegnato proprio il compito di salvare quel patrimonio: anche per questo, come ha ricordato agli azionisti, non poteva votare per la ricapitalizzazione a gennaio pur conscia che l'aumento da 3 miliardi proposto da Profumo e dall'ad Fabrizio Viola è fondamentale per il futuro del Monte.

Dalla risposta che arriverà dai mercati si capirà anche quanto questi credono nelle possibili dimissioni di Profumo. Lui ha detto che di questo parlerà solo davanti al Cda. Per ora il consiglio è convocato per il 16 gennaio ma qualche consigliere si aspetta una convocazione già nei primi giorni dopo l'Epifania. Qualcuno non esclude che a Profumo venga chiesto di restare e concludere il lavoro iniziato che, pur con una battuta di arresto, è stato approvato dalla Commissione europea e dal ministero dell'Economia. Solo

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