Crisi e consumi

Gli italiani che risparmiano

31 Ott 2014 - 16:47
 © Ansa

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Gli italiani preferiscono risparmiare. Una scelta dettata dall'incertezza del futuro, ma anche dalla necessità – o dal tentativo - di recuperare una ricchezza erosa dalla crisi economica e che ha effetti inevitabili sui consumi. Tutelare i propri averi è diventata così una priorità per una parte della popolazione italiana sempre più consistente.

La percentuale degli italiani, che è riuscita a risparmiare negli ultimi 12 mesi, è cresciuta del 4%, passando al 33% dal 29% dello scorso anno, secondo una rilevazione realizzata dall'ACRI (l'Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio) in collaborazione con IPSOS (Gli italiani e il risparmio). Una crescita che non deve sorprendere. Molti italiani vivono il presente: il 33% dei nostri connazionali teme infatti di diventare povero, secondo uno studio del CENSIS pubblicato nel Diario della transizione a settembre. Uno scenario che in tanti cercano di scongiurare, gestendo in modo oculato i propri averi (in molti casi sempre meno consistenti) e risparmiando laddove possibile.

Una scelta dettata anche dal tentativo di recuperare la ricchezza perduta dall'inizio della crisi economica (tra il 2008 e il 2013, il reddito disponibile delle famiglie è sceso del 10%) e che ha avuto effetti tangibili nei consumi, diminuiti in modo costante negli ultimi anni. Nel 2013 e secondo quanto rilevato dall'ISTAT, la spesa media mensile per famiglia è stata pari – in valori correnti – a 2.358 euro (-2,5% rispetto all'anno precedente). Nonostante il calo dei consumi, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici – ovvero la quota del risparmio lordo sul reddito disponibile lordo - è stata pari all'8,3% nel secondo trimestre del 2014, in calo dell'1,4% rispetto al trimestre precedente.

I consumi non sono stati tuttavia gli unici a risentire (negativamente) delle scelte di chi ha deciso di spendere meno rispetto al passato. Gli investimenti immobiliari si sono praticamente dimezzati, passando dalle 807 mila compravendite di abitazioni del 2007 alle 403 mila del 2013, sempre stando quanto riferito dal CENSIS. Un crollo che tuttavia non deve assolutamente sorprendere. Secondo quanto rilevato dall'ACRI e dall'ISPOS, ormai l'acquisto di un immobile rappresenta l'investimento ideale solo per il 24% degli italiani. Nel 2006 erano il 70%.

In pratica: piuttosto che investire il proprio denaro in un immobile, gli italiani preferiscono averlo con sé. Magari tenendolo a portata di mano in contanti - o fermo su un conto corrente - da utilizzare in caso di necessità. Secondo il CENSIS, il valore di contanti e depositi bancari è cresciuto di 234 miliardi di euro negli ultimi sette anni.

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