Giovani e diffiocoltà occupazionali

Lo studio: Italia agli ultimi posti nell'Ue per giustizia intergenerazionale

Secondo la fondazione Bertelsmann nel nostro paese i giovani sono tra i più penalizzati. L'importanza del capitale umano

28 Ott 2015 - 13:34
 © Ansa

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La ripresa c'è, migliora il clima di fiducia di imprese e famiglie, eppure ancora si scorge qualche motivo per non abbassare la guardia. A destare più di una preoccupazione è la condizione dei giovani che secondo uno studio, in Italia più che in altri paesi, resta allarmante.

Il quadro che emerge, soprattutto, dal rapporto annuale della fondazione Bertelsmann, è il divario tra il nord e sud d'Europa in termini sociali e di opportunità, mentre si allarga la distanza, per così dire, tra i cittadini più anziani e quelli più giovani.

Entriamo perciò nello specifico. Nel consueto indice elaborato da Bertelsmann l'Italia viene collocata al 25esimo posto su 28 nella classifica della giustizia sociale. Il motivo è presto detto: i giovani hanno difficoltà nel nostro paese a entrare nel mondo del lavoro e ciò dipende soprattutto dall'assenza di formazione ed esperienza sul mercato del lavoro. Una circostanza che potrà avere gravi ripercussioni nel futuro, aggravata dal rischio povertà ed emarginazione sociale che coinvolge circa un terzo dei minori italiani.

La fondazione ricorda i dati sul lavoro che hanno caratterizzato il nostro mercato negli anni della crisi, in sostanza un bilancio drammatico: tasso di disoccupazione quasi raddoppiato l'anno scorso dal 2008; livello occupazionale stabile al 55,7% (un livello basso, che ci colloca al 26esimo posto: solo Grecia e Croazia fanno peggio); l'aumento, a ritmi vertiginosi, della disoccupazione di lunga durata (la condizione di chi è senza lavoro da almeno 12 mesi).

La situazione per i giovani, se possibile, è più preoccupante. Nello stesso arco temporale (2008-2014) la disoccupazione giovanile è più che raddoppiata, passando dal 21,2% al 42,7% (25esimo posto). Dunque, la mancanza di prospettive future per i giovani e il rapido invecchiamento del paese, “obbliga” l'Italia ad occupare le ultime posizioni della giustizia intergenerazionale.

Insomma, il rapporto della fondazione Bertelsmann fornisce alcuni spunti interessanti. Quello della formazione è, in effetti, un tema fondamentale per rilanciare definitivamente il mercato del lavoro. Migliorare le competenze, rinnovate poi durante la vita lavorativa, permetterebbe ai giovani di rendersi più competitivi accrescendo così la competitività delle imprese, che vedrebbero aumentare la propria forza contrattuale sul mercato. Lo scopo è evitare di dissipare il capitale umano.

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