I tributi erano rimasti fermi dal 2016 ma la nuova legge di Bilancio ha concesso agli amministratori locali, su pressione dei sindaci, la possibilità di manovrare le addizionali comunali
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Imu, Irpef e Tari: sono in arrivo gli aumenti delle tasse locali. I tributi erano rimasti fermi dal 2016 quando furono bloccati dal governo Renzi ma la legge di Bilancio 2019, la prima dell'esecutivo Lega-M5s, concede agli enti locali la possibilità di modificare le leve fiscali. Secondo un monitoraggio del centro studi della Uil riportato dal Corriere della Sera, ad esempio, 24 città capoluogo su 54 hanno deciso di aumentare la Tari.
Addizionali Irpef e Imu - Secondo i medesimi dati, risulta che per quanto riguarda le addizionali Irpef 250 comuni, cioè il 10,6% di quelli che finora hanno deliberato (2.352), hanno ritoccato al rialzo il prelievo. Inoltre l'Imu è stata aumentata in 28 amministrazioni locali tra cui 4 città capoluogo.
La "spinta" dei sindaci - La decisione di concedere mano libera agli enti locali, come già spiegava un'inchiesta che anticipava i rincari, nasce da una "pressione" dei sindaci che lamentavano il fatto che il "congelamento" voluto da Renzi aveva, di fatto, cristallizzato la situazione del 2015 con, ad esempio, l’addizionale Irpef al massimo (0,8%) solo in un comune su sei mentre era ancora a zero in circa la metà degli 8mila municipi italiani. Ora i Comuni hanno tempo fino al 30 aprile per approvare i Bilanci preventivi 2019.
Gli esborsi del 2018 e le città più colpite - Facendo un passo indietro e tornando al 2018, risulta che ogni nucleo familiare abbia speso in media 1.340 euro tra Imu, Irpef comunale e Tari (permettendo così alle casse comunali di accogliere complessivamente ben 34,3 miliardi di euro, di cui 21 per l’Imu, 9 per la Tari e 4,6 per l’addizionale Irpef). Più nel dettaglio, sono stati spesi, dalle famiglie, 814 euro per l'Imu che colpisce le seconde case, 224 per l'addizionale Irpef e 302 di tasse sui rifiuti. La città più colpita è risultata essere Roma dove ogni famiglia ha subito un prelievo medio pari a 2.267 euro (a Torino sono stati spesi 1.952 euro, a Genova 1.923, a Milano 1.888 e a Napoli 1.791).
Gli aumenti Irpef nel 2019 - Secondo i dati riportati dal Corriere della Sera, tra i 250 comuni che hanno già aumentato le addizionali Irpef ci sono due città capoluogo: Avellino (che passa da 0,7 a 0,8%) e Barletta (che ha rialzato le diverse aliquote in rapporto agli scaglioni di reddito). Mantova e Rimini, invece, hanno abbandonalo l’aliquota piatta (rispettivamente 0,4 e 0,3%) per le aliquote progressive fino allo 0,8%. Altre città, inoltre, le aliquote non le hanno potute ritoccare per il semplice motivo che erano già al massimo previsto per legge. Sono questi i casi di Roma, Milano, Torino, Bari e Venezia.
Gli aumenti sulla Tari - Per quanto riguarda la Tari, la rilevazione Uil sui 54 capoluoghi dice che 24 comuni hanno aumentato la tassa sui rifiuti, 18 l’hanno diminuita e 12 lhanno invece deciso di lasciarla invariata. Si registrano aumenti a Imperia (+15,7%), Pisa (+8,9%), Trieste (+6,9%), Padova (+6,2%), Udine (+5,9%). La tassa sale anche a Napoli (+3,1%), Genova (+0,8%) e Torino (+0,7%). La Tari dminuisce invece del 22,2% ad Arezzo, del 5,8% a Cesena, del 4,1% a Grosseto, del 3,1% ad Ascoli, del 3% a Ragusa, del 2,6% a Venezia e dell’1,5% a Firenze e Cagliari. Resta uguale a Roma, Milano, Bologna e Bari.
L'Imu aumenta in 4 capoluoghi - Avellino, Torino, La Spezia e Pordenone: sono queste le città in cui salgono le aliquote che invece diminuiscono a Firenze, Grosseto e Pavia.