"I dati sulle immatricolazioni relativi al 2020 rendono l'anno drammatico anche per il settore automotive, con un crollo di immatricolazioni e l'intera filiera in ginocchio"
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"Il mese di dicembre conferma il forte calo del mercato dell'auto con 119.454 unità immatricolate (-15%) contro le 140.448 del 2019, un calo dovuto soprattutto all'esaurimento degli incentivi stanziati in precedenza. Confermate, quindi, le fosche previsioni dei mesi scorsi, il 2020 verrà ricordato come drammatico anche per il settore automotive, con un crollo di immatricolazioni spaventoso, 535.000 vetture in meno rispetto al 2019 (-27,9%) e l'intera filiera in ginocchio". Lo scrivono in una nota congiunta Anfia, Federauto e Unrae, commentando i dati sulle immatricolazioni relativi al 2020.
"Ma - proseguono Anfia, Federauto e Unrae - occorre guardare avanti con spirito costruttivo per ripartire, così come avvenuto in Parlamento con l'approvazione bipartisan di un emendamento alla Legge di Bilancio 2021 che ha introdotto nuove misure di sostegno al rinnovo del parco circolante con vetture meno inquinanti e più sicure, fortemente appoggiate dalle Associazioni del settore automotive Anfia, Federauto e Unrae".
"Archiviamo il 2020 come l'anno più difficile del dopoguerra per il nostro settore - ha dichiarato il presidente di Anfia Paolo Scudieri - ma guardiamo al 2021 con fiducia, grazie alle misure entrate in vigore con l'inizio del nuovo anno, su cui c'è stata intesa tra tutte le forze politiche, e che, oltre a sostenere la domanda, favoriranno la ripartenza della produzione industriale di autoveicoli e componenti a beneficio dell'intera filiera automotive, con ricadute positive sui livelli occupazionali e sugli investimenti per la transizione green e digitale. Per la prima volta dall'inizio della pandemia e dopo ripetute richieste, la manovra ha finalmente incluso anche un intervento a supporto della ripresa del mercato dei veicoli commerciali leggeri, introducendo contributi all'acquisto di nuovi mezzi differenziati in base alla massa totale a terra, all'alimentazione e all'eventuale rottamazione del vecchio veicolo. Si tratta di un segnale importante per un comparto che rappresenta una parte considerevole della nostra filiera produttiva e che nel 2020 ha confermato la sua strategicità per una logistica delle merci efficiente fino all'ultimo miglio, anche nelle condizioni eccezionali che abbiamo vissuto e che hanno dato un'ulteriore spinta al commercio elettronico".
Secondo Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, i dati "di dicembre mostrano la realtà del mercato auto in epoca Covid-19: senza incentivi la propensione agli acquisti si riduce drasticamente, mettendo in crisi una intera filiera, la filiera che più incide sulla crescita economica del Paese. L'Automotive italiano chiude il 2020 con tutti i numeri in rosso: mercato, fatturato, profitti sono tutti espressione di un anno disastroso che, purtroppo ricorderemo a lungo".
"Fintanto che non saremo certi di essere usciti dalla pandemia, la sopravvivenza delle aziende e dei posti di lavoro resteranno sospese nell'incertezza. Grazie alla volontà bipartisan del Parlamento il 2021 parte sulla spinta delle nuove misure della Legge di Bilancio, recependo in larga misura le richieste delle nostre Associazioni, ma il lavoro da fare non è certamente esaurito perché il Recovery fund sarà la sfida in cui il nostro impegno comune sarà ancora determinante per trasformare l'incertezza in nuove opportunità di crescita del mercato".
Il presidente di Unrae Michele Crisci ha commentato: "Il Parlamento recepisce, in larga parte, quanto da noi auspicato e riconosce l'importanza degli incentivi pubblici per l'acquisto di autovetture nuove in sostituzione di mezzi fortemente inquinanti. Si tratta di un investimento i cui benefici vanno a vantaggio dell'occupazione, dell'ambiente e di uno dei settori industriali che più contribuisce al PIL del Paese. E' un grande risultato per il quale abbiamo lavorato con convinzione in questi mesi, ottenendo l'approvazione unanime del Parlamento che ha compreso la rilevanza economica del settore. Per noi è un passo avanti, dal quale bisogna partire per lavorare insieme ai decisori politici a una nuova stagione della mobilità. Il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) non potrà prescindere dall'auto e dalle innovazioni alle quali da tempo lavorano i costruttori, senza dimenticare le necessarie infrastrutture pubbliche idonee ad agevolare la diffusione di nuove tipologie di vetture. Inoltre, al fine di non perdere competitività con le concorrenti imprese europee, che godono di particolari agevolazioni fiscali, auspichiamo che in Italia possa finalmente essere rivisto il sistema di detraibilità e deducibilità per i veicoli aziendali".