Il ministro delle Imprese Adolfo Urso plaude alla scelta della Commissione: "Bruxelles ci dà ragione"
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Il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha rivelato la soluzione che verrà proposta dall'Esecutivo comunitario per evitare che le industrie automobilistiche europee debbano pagare forti multe per non aver rispettato gli obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2025, a causa del netto calo della domanda di auto elettriche: calcolare la conformità con l'obiettivo di riduzione su tre anni invece che sull'ultimo anno. "Gli obiettivi - ha precisato von der Leyen - rimangono gli stessi: le imprese devono rispettare i propri obiettivi. Ma significa che c'è più spazio di manovra per l'industria". L'obiettivo per il 2035 è l'immissione sul mercato soltanto di veicoli nuovi a zero emissioni nette.
La soluzione di Bruxelles è stata salutata con entusiasmo dal governo italiano e in particolare dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. "Salvata l'industria dell'auto europea, la Commissione dà ragione all'Italia", ha dichiarato il ministro. "Eliminata la tagliola delle multe che avrebbe determinato il collasso del settore. Ora avanti con la piena neutralità tecnologica, l'autonomia strategica nella produzione di batterie e un piano incentivi europeo", ha aggiunto Urso.
Non è dello stesso avviso il vice capogruppo di Avs alla Camera, Marco Grimaldi. "Rimandare gli obiettivi sulla CO2 è un passo indietro dell'Unione Europea, l'ennesima concessione a un settore - quello dell'automotive - che dovrebbe investire in modo deciso nella conversione all'elettrico. E un cedimento al nuovo corso anti-clima inaugurato da Trump. Davanti ai dazi di Trump e alle sue minacce, l'Europa dovrebbe puntare su se stessa, su cosa vogliamo essere, cosa vogliamo produrre. Invece che armarci fino ai denti serve piena e buona occupazione nella transizione. Il più grande investimento pubblico mai visto per chiudere l'era fossile e finire la dipendenza dagli oligarchi del mondo", ha evidenziato Grimaldi.
Il vice premier e ministro Matteo Salvini, insieme ai colleghi della Repubblica Ceca, della Slovacchia e della Bulgaria ha firmato una lettera ufficiale per chiedere alla Commissione Ue di non introdurre "quote" obbligatorie di auto elettriche nelle flotte aziendali.È un intervento significativo, viene sottolineato, e che conferma la storica posizione di Salvini a tutela dell'automotive e contro l'obbligo di rinunciare ai motori benzina e diesel. Un approccio contro le forzature green che nelle ultime ore è stato sposato sia dal Ppe che da Ursula von der Leyen che fino a ora erano sulle stesse posizioni delle sinistre.L'auspicio è che anche su questo dossier la Commissione riveda l'approccio ideologico del "tutto-elettrico" per dare piena attuazione al principio della neutralità tecnologica dando spazio anche ai veicoli alimentati con carburanti alternativi".
La scelta della Commissione europea viene incontro al settore dell'auto sempre più in crisi. E i dati di febbraio la confermano: sono state immatricolate 137.922 autovetture a fronte delle 147.170 iscrizioni registrate nello stesso mese dell'anno precedente, pari a una diminuzione del 6,28%. I trasferimenti di proprietà sono stati 498.103 a fronte di 476.067 passaggi registrati a febbraio 2024, con un aumento del 4,63%. Il volume globale delle vendite mensili, pari a 636.025, ha interessato per il 21,68% vetture nuove e per l'78,32% vetture usate. Fra i modelli più venduti in testa la Fiat Panda seguita da Dacia Sandero e Citroen C3. Le immatricolazioni rappresentano le risultanze dell'Archivio Nazionale dei Veicoli al 28.02.2025, mentre i dati relativi ai trasferimenti di proprietà si riferiscono alle certificazioni rilasciate dagli Uffici della Motorizzazione nel mese di febbraio 2025.