Braccio di ferro tra Aspi e il governo dopo la notizia della norma sulle concessioni approvata salvo intese nel decreto Milleproroghe
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"Inaccettabile". Così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha commentato la lettera inviata domenica sera al governo da Aspi in cui la società del gruppo Atlantia minaccia di risolvere il contratto dando l'avvio alla richiesta di un maxi-risarcimento da 23 miliardi di euro. Una mossa scattata dopo la notizia della norma sulle concessioni approvata salvo intese nel decreto Milleproroghe.
Atlantia ko in Borsa Il rischio è che Autostrade per l'Italia (Aspi) possa vedersi revocare la concessione senza indennizzo. Pesante la reazione dei mercati, con il titolo che affonda in Borsa: Atlantia ha perso il 4,85% bruciando 883 milioni di euro. In caso di revoca Aspi andrebbe in default, non avendo le risorse per rimborsare 10,8 miliardi di bond e 7mila posti di lavoro sarebbero a rischio. Il rating di Atlantia diventerebbe 'spazzatura', con effetti a catena sulle sue controllate, da Adr ad Abertis.
La lettera al governo Per questo la holding della famiglia Benetton preannuncia una battaglia legale senza esclusione di colpi. L'ipotesi di modificare "ex lege alcune clausole" della convenzione, ha affermato Aspi, presenta "rilevanti profili di incostituzionalità e contrarietà a norme europee", in relazione ai quali la società "sta valutando ogni iniziativa" per tutelare i suoi diritti. Aspi ha avvertito Mit, Mef e il premier Conte che l'adozione di una norma simile determinerebbe la risoluzione della convenzione (art.9-bis comma 4), facendo scattare il diritto al maxi-indennizzo.