Fiba: "Attesa adesione dell'80% dei nostri iscritti", la protesta durerà due ore . Assobalneari si sfila
Balneari divisi in vista del cosiddetto sciopero degli ombrelloni che vedrà venerdì gli stabilimenti ritardare l'apertura in segno di protesta. Mentre la Fiba-Confesercenti prevede "un'adesione sostenuta, l'80% e oltre dei nostri iscritti", Assobalneari ha deciso di non aderire. "Ingiusto penalizzare i consumatori", ha fatto sapere il presidente dell'associazione Fabrizio Licordari.
La via maestra per individuare una soluzione in grado di mettere ordine nel settore resta, secondo l'Associazione Balneari, quella di sostenere la validità della mappatura fatta dal governo italiano, "difendendola da attacchi immotivati e ideologici da parte, in particolare, del Capo Unità della Direzione Mercato Interno della Commissione Ue, Salvatore D'Acunto".
I balneari si mobilitano per chiedere per l'ennesima volta al governo di intervenire per "evitare lo stato di confusione che si sta generando nel comparto balneare italiano e, ancora di più, nelle famiglie e nelle imprese che hanno investito e creduto in un regime legislativo che riconosceva dei diritti che oggi non ci sono più". Le concessioni infatti, sono scadute lo scorso 31 dicembre dopo lo stop del Consiglio di Stato alle proroghe decise dal governo.
Un'iniziativa di protesta che dalla Fiba si aspettano faccia "rumore", in questi giorni a ridosso della settimana di Ferragosto. "Anche se - fanno notare sempre dalla Fiba-Confesercenti - ci sarà da capire cosa succederà di fronte alle reazioni de clienti domattina". Fiba, che ha circa 2300 stabilimenti balneari iscritti, su un comparto che conta circa 7mila imprese in tutto, configura domani "una adesione della maggior parte dei propri iscritti: l'80%/90% prevediamo parteciperà alla apertura ritardata degli ombrelloni nelle spiagge", fanno sapere. Lo sciopero degli ombrelloni è stato promosso, oltre che da Fiba (Federazione Imprese Balneari), dalla Sib (Sindacato italiano balneari) che fa capo a Confcommercio. Anche se - c’è da dire - che nella categoria molti balneari non hanno una appartenenza ad associazioni di settore.
La posizione ribadita da Fiba, è che "l'errore che si fa è pensare che vada in evidenza pubblica un pezzo di spiaggia, mentre invece si mette all'asta l'offerta turistica balneare italiana: una cosa ben diversa. Lo diciamo con chiarezza: non vogliamo eludere i principi europei, ma non siamo neanche disponibili a far espropriare le nostre imprese. È fondamentale decretare i principi che riconoscono il valore aziendale di queste imprese e il diritto a una prelazione".