L'ipotesi di indennizzi per chi ha avviato lo stabilimento, escluse però le strutture abusive. Gli eventuali nuovi vincitori della concessione dovrebbero ripagare i "vecchi" per l'avviamento
Il ddl concorrenza approderà in Aula al Senato lunedì 30 maggio e sarà votato nella stessa giornata. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. L'intesa sulle concessioni balneari sarebbe ormai in dirittura d'arrivo, ma l'accordo non è ancora stato raggiunto. "Bisogna lavorarci, sono fiducioso che si trovi", ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini.
Secondo quanto previsto dalla proposta di sintesi del governo, che potrebbe diventare un emendamento al ddl concorrenza all'esame del Senato, ai titolari di concessioni balneari uscenti i vincitori delle gare dovranno riconoscere un indennizzo "in ragione della perdita dell'avviamento connesso ad attività commerciali o di interesse turistico, del valore residuo dei beni immobili oggetto di investimenti per l'esercizio dell'impresa, calcolato sulla base delle scritture contabili ovvero di perizia giurata redatta da un professionista abilitato, che ne attesta la consistenza".
Immobili devono essere regolari - Questo, prosegue la norma proposta, "sempre che sussista un titolo legittimo per i beni per la cui realizzazione o utilizzo nell'attività di impresa sia richiesto un titolo abilitativo, compresa ove prevista la comunicazione o la segnalazione dell'autorità amministrativa".
La maggioranza cerca l'accordo - In programma una riunione di maggioranza per tentare di sciogliere il nodo delle concessioni balneari, dopo la proposta di mediazione avanzata dal governo. I tempi sono stretti, alla luce del cronoprogramma definito il 21 aprile da governo e maggioranza. In quell'occasione si era deciso anche un metodo di lavoro comune tra Camera e Senato per accelerare i tempi, affidando ai senatori il lavoro sugli articoli da 1 a 18 e da 29 a 32, inclusi quindi concessioni balneari e idroelettriche, servizi pubblici locali e farmaci, e ai deputati gli articoli 7 e 8, su trasporto pubblico locale, Ncc e taxi, e quelli da 19 a 28, su telecomunicazioni, Rc auto e attività d'impresa.