Così il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, a cui il premier Renzi ha affidato l'arbitrato sui bond dei quattro istituti salvati
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"L'Autorità nazionale anticorruzione non si occupa né si occuperà di banche ma farà da arbitro, garantendo correttezza e terzietà ai privati". Lo ha detto il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone. "Non saremo né un parafulmine per il governo né una foglia di fico", ha aggiunto Cantone, a cui Renzi ha affidato l'arbitrato sui bond dei quattro istituti coinvolti nel dl Salva-banche.
La scelta di Cantone ha sollevato "malumori" sia in Bankitalia che alla Consob. "Quando sono stato chiamato - racconta lo stesso Cantone al Corriere della Sera - ho risposto che dentro l'Anac c'era una struttura che poteva svolgere questo ruolo". Il timore, poi, che in questo modo altre iniziative possano essere minimizzate non esiste. "L'arbitrato - spiega ancora - è uno strumento che si attiva su richiesta degli interessati e non pregiudica altri interventi. In primo luogo quello della magistratura che andrà avanti per la sua strada a prescindere da ciò che deciderà l'arbitro terzo che noi contribuiamo a scegliere".
L'ipotesi che l'Anac potrebbe anche rivolgersi a Bankitalia o alla Consob per scegliere gli arbitri non è esclusa da Cantone: "Possiamo realizzare sinergie utili. Si potrebbe accedere agli albi di quegli uffici per non ricorrere a una sorta di reclutamento straordinario. Noi abbiamo solo albi per gli appalti, la legge dovrà precisare anche questo".