Secondo la Banca d'Italia, lo spread rischia di avere effetti negativi anche sul debito pubblico. Il rischio, inoltre, è quello della fuga degli investitori stranieri dai titoli pubblici italiani, come nel 2012
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Il calo dei titoli di Stato italiani "ha determinato una riduzione del valore della ricchezza finanziaria delle famiglie" del 2% nei primi sei mesi del 2018, per una somma di poco inferiore ai 85 miliardi di euro. Lo riferisce la Banca d'Italia, segnalando "un'ulteriore perdita di valore di circa l'1,5%" negli ultimi mesi. Nella crisi del 2010-2011 un aumento dello spread di 100 punti base ha fatto salire di 30 punti i tassi sui mutui alle famiglie.
Il rischio di fuga degli investitori stranieri - Secondo il rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca d'Italia, "nel secondo trimestre dell'anno la quota di titoli pubblici italiani detenuta da investitori esteri si è ridotta di circa tre punti percentuali, al 24%, la variazione negativa più alta dal secondo trimestre del 2012": questo comporta il rischio della fuga degli investitori stranieri dai titoli pubblici italiani, come nel 2012, durante la crisi del debito sovrano.
Peggiorata la liquidità del mercato - "Nello stesso periodo - spiega Bankitalia - la percentuale delle banche italiane è tornata a crescere, aumentando di circa due punti percentuali, al 18%. Il calo della quota dell'estero e l'incremento di quella delle banche sono proseguiti nel terzo trimestre, sebbene a un ritmo piu' moderato". Da maggio, inoltre, "i rendimenti dei titoli di Stato italiani hanno subito un marcato e persistente rialzo e il valore medio di mercato dei titoli in circolazione si è ridotto di circa il 9%. L'aumento riflette il forte rialzo dei premi per il rischio derivante dalle incertezze sull'orientamento delle politiche economiche e di bilancio". Gli investitori stranieri, infine, "hanno effettuato ingenti disinvestimenti e la liquidità del mercato secondario è peggiorata; le quotazioni dei titoli pubblici italiani hanno incorporato un rischio di ridenominazione del debito significativo, che non si riscontra in altri paesi dell'area euro".
Gli effetti dello spread sul debito - Nel rapporto sulla stabilità finanziaria, la Banca d'Italia ha sottolineato che l'aumento prolungato dello spread Btp-Bund ha effetti negativi sulla ricchezza delle famiglie, sull'accesso al credito per le imprese, sul debito pubblico, sul settore bancario e assicurativo. "Incrementi elevati e persistenti dei premi per il rischio sui titoli di Stato ostacolano il calo del debito pubblico in rapporto al prodotto, incidono sul valore della ricchezza delle famiglie, frenano e rendono più oneroso il credito al settore privato, peggiorano le condizioni di liquidità e la patrimonializzazione di banche e assicurazioni" spiega una nota di Via Nazionale.
E sulle banche - E sono anche le banche italiane a essere pesantemente penalizzate dal'aumento dello spread Btp-Bund, con un peggioramento della liquidità e della patrimonializzazione. Secondo la Banca d'Italia "il processo di rafforzamento dei bilanci delle banche risente negativamente delle tensioni sul mercato del debito sovrano, che hanno determinato un peggioramento degli indicatori di liquidità e di patrimonializzazione e un aumento dei rischi di mercato".
Perdite di valore dei titoli - "Il capitale delle banche meno significative - si legge nel rapporto di Bankitalia - risentirebbe di eventuali ulteriori perdite di valore dei titoli pubblici in misura maggiore rispetto a quello dei gruppi significativi". Nel settore bancario, inoltre, "prosegue il miglioramento della qualità del credito e il recupero della redditività. Lo stock di prestiti deteriorati continua a ridursi a ritmi sostenuti. I risultati dello stress test dell'Eba per le quattro banche italiane incluse nel campione sono in linea con quelli medi degli altri intermediari europei".
Le compagnie di assicurazione - Anche le compagnie di assicurazione sono un settore "particolarmente esposto al rischio sovrano". Gli indici di solvibilità delle compagnie sono "in media ampiamente al di sopra dei minimi regolamentari; hanno però registrato una consistente riduzione". Lo scrive sempre Bankitalia, avvertendo che "eventuali ulteriori forti svalutazioni dei titoli avrebbero effetti rilevanti sulla posizione di solvibilità delle assicurazioni". Il Rapporto sulla stabilità finanziaria di Via Nazionale ricorda che il settore è particolarmente esposto alle fluttuazioni dei titoli pubblici italiani, in cui investe il 34% degli attivi: secondo le stime un aumento dei rendimenti dei titoli di Stato di 100 punti base ridurrebbe mediamente il valore dei fondi propri delle compagnie del 28%.