Paperoni, chi sono i più ricchi del mondo nel 2023
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Lo studio evidenzia come le famiglie meno abbienti possano contare sul possesso dell'abitazione mentre quelle più benestanti detengano un portafoglio più diversificato in azioni, depositi, polizze
Analisi della Banca d'Italia nell'ambito Bce secondo cui "il 5% delle famiglie italiane più ricche possiede circa il 46% della ricchezza netta totale". "I principali indici di disuguaglianza sono rimasti sostanzialmente stabili tra il 2017 e il 2022, dopo essere aumentati tra il 2010 e il 2016", scrive Bankitalia. Lo studio evidenzia come le famiglie meno abbienti possano contare principalmente sul possesso dell'abitazione mentre quelle più benestanti detengano un portafoglio più diversificato in azioni, depositi, polizze. L'Italia è però sotto la media Ue per concentrazione della ricchezza, sugli stessi livelli della Francia e dietro la Germania che appare "il Paese con il maggior grado di disuguaglianza in termini di ricchezza netta".
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L'analisi ricorda come "metà della ricchezza degli italiani sia rappresentata dalle abitazioni" e "tale percentuale varia tuttavia fortemente in base alla ricchezza: le abitazioni raggiungono i tre quarti della ricchezza per le famiglie sotto la mediana, si attestano poco sotto il 70 per cento per quelle della classe centrale mentre scendono a poco più di un terzo per quelle appartenenti alla classe più ricca. Per le famiglie più povere, i depositi sono l'unica componente rilevante di ricchezza finanziaria (17%).
Maggiormente diversificato è invece il portafoglio delle famiglie più ricche, per le quali quasi un terzo della ricchezza è rappresentato da capitale di rischio legato alla produzione (azioni, partecipazioni e attività reali destinate alla produzione) e un quinto da fondi comuni di investimento e polizze assicurative".
Nel 2010 circa la metà del patrimonio abitativo era detenuta dalle famiglie della classe media; nel 2022 tale percentuale era scesa al 45 per cento, soprattutto a vantaggio del decimo più ricco; la quota di abitazioni posseduta dalle famiglie sotto la mediana è rimasta stabile nel tempo attorno al 14 per cento. I depositi sono aumentati di circa il 40 per cento tra il 2010 e il 2022, soprattutto per le famiglie appartenenti al decimo più ricco, la cui quota è salita di sei punti percentuali, raggiungendo la metà del totale".