Scontro a distanza, con scambio di accuse, sulla procedura adottata dal governo per salvare le quattro banche sull'orlo del fallimento
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Scontro a distanza tra Banca d'Italia e Commissione europea sulla procedura adottata dal governo per salvare le quattro banche sull'orlo del fallimento. "La decisione di usare il fondo nazionale di risoluzione è stata presa dalle autorità italiane", ha fatto sapere un portavoce Ue, sottolineando che "se vengono usati fondi di Stato per sostenere le banche si applicano le norme europee compresa la condivisione degli oneri".
Scambio di accuse, Bankitalia: "Ue stoppò progetto che avrebbe salvato risparmiatori" - Dopo l'ondata di polemiche suscitate dal provvedimento adottato per salvare Banca Marche, Etruria, Carife e Carichieti, Via Nazionale era intervenuta in giornata per spiegare che il progetto di far scendere in campo il Fondo Interbancario di Tutela dei depositi, che avrebbe evitato il sacrificio di molti risparmiatori, fu stoppato dalla Commissione Ue contro il suo volere.
L'intervento del Fondo Interbancario, ha messo in chiaro il capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo davanti a una gremita commissione Finanze della Camera, "non è stato possibile per la preclusione manifestata da uffici della Commissione Europea, da noi non condivisa". Non condivisa perché la Banca d'Italia era convinta che "l'intervento del Fondo, insieme alle risorse di altre banche, avrebbe consentito di porre i presupposti per il superamento delle crisi senza alcun sacrificio per i creditori delle quattro banche".
Tuttavia, ha tenuto a precisare Barbagallo, "ciò non è stato possibile" e dunque si è fatta "la scelta meno cruenta" anche perché se si fosse arrivati al primo gennaio 2016 sarebbe scattato il bail-in e la situazione sarebbe stata "devastante".
Ue: "A Italia prospettate tre soluzioni, una avrebbe salvaguardato risparmiatori" - Ma da Bruxelles un documento della Commissione ha invece rivelato che all'Italia a metà novembre furono prospettate tre possibili soluzioni, due delle quali sarebbero comunque andate a colpire le tasche di chi possedeva obbligazioni subordinate, e alla fine, secondo un portavoce della stessa Commissione, furono comunque le autorità italiane a optare per l'uso del Fondo di risoluzione.
Abi: "Potevano essere salvaguardati risparmiatori" - Una indiretta critica alla decisione delle autorità italiane è arrivata anche dall'Abi. Non solo dal direttore generale Giovanni Sabatini secondo il quale in base alle valutazioni giurisprudenziali dell'associazione il Fondo di tutela sarebbe potuto intervenire, ma anche dal presidente Antonio Patuelli che ha rassicurato gli obbligazionisti dei 4 istituti facendo loro sapere che potranno in ultima istanza ricorre al giudice per far valere i loro diritti.
Vertici nuove banche costano 2,4 milioni all'anno - In Italia intanto la polemica intorno al salvataggio delle 4 banche sembra destinata a farsi ancora più accesa, dopo che si è diffusa la notizia che i vertici delle nuove Banca Marche, Etruria, Carife e Carichieti costano 2,4 milioni di euro. Secondo alcune fonti infatti ammontano in media a 600mila euro i compensi di un anno per i Cda e i collegi sindacali dei 4 istituti salvati dal decreto del governo. Nella somma è compreso anche lo "stipendio" da 400mila euro complessivi del presidente Roberto Nicastro