Si tratta del decimo aumento consecutivo da quando, nel luglio 2022, la Banca centrale europea ha avviato la sua manovra di aumenti. Per la Federazione autonoma bancari italiani, "così i mutui variabili schizzeranno al 7%, quelli fissi a oltre il 6%"
La Bce ha deciso di alzare i tassi d'interesse di un quarto di punto percentuale, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 4,50%. Il tasso sui depositi sale invece al 4%, mentre quello sui prestiti marginali al 4,75%. Si tratta del decimo aumento consecutivo da quando, nel luglio 2022, la Banca centrale europea ha avviato la sua manovra di aumenti in risposta all'elevata inflazione. Gli esperti dell'istituto hanno tagliato inoltre le stime sul Pil dell'Eurozona, rivedendo "significativamente al ribasso le proiezioni per la crescita economica, che si porterebbe nell'area dell'euro allo 0,7% nel 2023, all'1,0% nel 2024 e all'1,5% nel 2025". Per la Federazione autonoma bancari italiani, "così i mutui variabili schizzeranno al 7%, quelli fissi a oltre il 6%".
La mossa della Bce è stata invocata dall'Ocse, secondo cui la linea da seguire contro la congiuntura che frena la crescita è la stretta del credito. Misura invece osteggiata da molte figure del mondo della politica, anche italiana, come il ministro Tajani che qualche giorno fa scongiurava un aumento dei tassi da parte dell'Eurotower.
"In base alla sua attuale valutazione, il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse di riferimento della Bce abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale a un ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse di riferimento della Bce siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione considerati i dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell'inflazione di fondo e dell'intensità della trasmissione della politica monetaria". E' quanto ha affermato la Bce nel comunicato in cui annuncia il rialzo dei tassi.
"Le condizioni di finanziamento si sono inasprite ulteriormente e frenano in misura crescente la domanda, che rappresenta un fattore importante per riportare l'inflazione all'obiettivo - viene poi scritto sull'andamento del Pil in Ue -. Alla luce del maggiore impatto di tale inasprimento sulla domanda interna e dell'indebolimento del contesto del commercio internazionale, gli esperti della Bce hanno rivisto significativamente al ribasso le proiezioni per la crescita economica, che si porterebbe nell'area dell'euro allo 0,7% nel 2023, all'1,0% nel 2024 e all'1,5% nel 2025".
Sull'inflazione i tecnici dell'Eurotower "hanno lievemente rivisto al ribasso le proiezioni al netto della componente energetica e alimentare, che si collocherebbe in media al 5,1% nel 2023, al 2,9% nel 2024 e al 2,2% nel 2025". "I passati incrementi dei tassi di interesse decisi dal Consiglio direttivo continuano a trasmettersi con vigore. Le condizioni di finanziamento si sono inasprite ulteriormente e frenano in misura crescente la domanda, che rappresenta un fattore importante per riportare l'inflazione all'obiettivo", osservano.
"L'inflazione continua a diminuire, ma ci si attende tuttora che rimanga troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato. Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell`inflazione all`obiettivo del 2% nel medio termine. Ha per questo deciso oggi di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della Bce". Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde, nella conferenza stampa al seguito del Consiglio direttivo.
"L'economia della zona euro, stagnante negli ultimi mesi, suggerisce che la debolezza resterà anche nel terzo trimestre. Le condizioni del credito stanno indebolendo la crescita e i servizi, che prima erano un settore resiliente, ora si indeboliscono", ha ribadito la Lagarde.
I tassi dei nuovi mutui variabili potrebbero arrivare "a breve" in media "verso il 7% dallo 0,6% di fine 2021": per un prestito ventennale da 150.000 euro "la rata mensile sarà di 1.180 euro, ben 515 euro in più (+77,4%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta due anni fa". Lo calcola la Federazione autonoma bancari italiani, analizzando i costi degli acquisti a rate dopo il nuovo rialzo dei tassi da parte della Bce.