"Possibile una recessione invernale, ma breve e di lieve entità. Le pressioni sui prezzi restano forti in tutti i settori"
I tassi d'interesse, secondo il Consiglio direttivo della Bce, devono ancora "aumentare in misura significativa, a un ritmo costante, per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2 per cento nel medio termine". In ogni caso, "anche in futuro le decisioni sui tassi di riferimento saranno guidate dai dati e rifletteranno un approccio secondo il quale tali decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione".
Nel periodo tra settembre e metà dicembre 2022, fra aspettative di un inasprimento più marcato della politica monetaria, "i tassi di interesse a più lungo termine sono cresciuti, nel complesso, solo lievemente" e "i differenziali sui titoli di Stato si sono ridotti". Nel Bollettino economico la Bce si sofferma sull'andamento di Italia e Grecia che pare smentire chi temeva un'impennata degli spread fra annunci di rialzi dei tassi e smantellamento del Qe. "I differenziali sui titoli di Stato italiani e greci a dieci anni - nota il documento - sono scesi, rispettivamente, di 18 e 22 punti base".
Inoltre, secondo la Bce l'economia dell'area euro, nel quarto trimestre del 2022 e nel primo del 2023, "potrebbe subire una contrazione dovuta alla crisi energetica, all'elevata incertezza, all'indebolimento dell'attività economica mondiale e alle condizioni di finanziamento più restrittive" e con rischi "orientati al ribasso", ma "un'eventuale recessione sarebbe relativamente breve e di lieve entità". Vengono sottolineati "segnali positivi" dall'occupazione, che è aumentata dello 0,3% nel terzo trimestre, e dalla disoccupazione al nuovo minimo storico del 6,5% a ottobre. "Le pressioni sui prezzi restano forti in tutti i settori", nota poi la Bce.
L'eventuale recessione farebbe seguito a un terzo in cui l'economia dell'area euro era già rallentata allo 0,3%, e prelude a un 2023 in cui "la crescita dovrebbe essere contenuta ed è stata rivista significativamente al ribasso", scrive la Bce ricordando le proiezioni pubblicate il 15 dicembre: crescita dell'economia del 3,4% nel 2022, dello 0,5% nel 2023, dell'1,9% nel 2024 e dell'1,8% nel 2025.
Le stesse proiezioni indicano, "in un contesto di eccezionale incertezza", che l'inflazione dovrebbe scendere da una media dell'8,4% nel 2022 al 6,3% nel 2023, passando dal 10%nell'ultimo trimestre del 2022 al 3,6% nel periodo corrispondente del 2023, per poi diminuire a una media del 3,4% nel 2024 e del 2,3% nel 2025. Il documento della Bce nota che le misure di bilancio a sostegno delle famiglie in risposta al caro-energia e all'alta inflazione "dovrebbero frenare l'incremento dei prezzi nel corso del 2023. Una volta revocate, tuttavia, l'inflazione riprenderà a salire".
E l'Eurotower promette alta vigilanza sulle negoziazioni salariali: "La dinamica salariale mostra un rafforzamento, che è sostenuto dal vigore dei mercati del lavoro e da un certo adeguamento delle retribuzioni volto a compensare i lavoratori per l'aumento dell'inflazione. Data la permanenza attesa di tali fattori, le proiezioni formulate a dicembre 2022 indicano che i salari registreranno tassi di crescita ben superiori alle medie storiche, sospingendo al rialzo l'inflazione nell'intero periodo in esame".