Scatta il "Pepp", il programma di acquisto titoli per l'emergenza pandemica. E lo spread Btp-Bund cala
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Gli ingenti interventi della Bce e l'attesa che l'Eurogruppo annunci misure concrete per sostenere le economie più colpite dal coronavirus hanno fatto ripartire i mercati, con tutte le Borse europee in forte rialzo e anche Wall street molto tonica. Bene per l'Italia anche la riduzione dello spread, ma il Fondo monetario internazionale non può che fare una previsione: il 2020 per il pianeta sarà in recessione, peggiore di quella innescata dalla crisi finanziaria innescata dai mutui subprime statunitensi.
La prima giornata di settimana è stata comunque di forte ripresa per tutte le Borse europee e Piazza Affari non si è tirata indietro: l'indice Ftse Mib ha chiuso in crescita del 4% netto, sostanzialmente in linea con il Vecchio continente, dove Francoforte ha segnato un rialzo del 5,7%, Parigi del 4,6% e Londra del 3,1%.
A Milano molto bene Campari salita del 10%, con Intesa cresciuta del 9,7%, dopo lo scivolone degli ultimi minuti della seduta di venerdì, e Unicredit che ha chiuso in aumento di oltre otto punti percentuali. Piatta Eni, che paga anche le incertezze nella ripartenza del prezzo del petrolio.
Gli acquisti sono scattati guardando soprattutto alla Bce, che ha comprato oltre 30 miliardi di euro di bond nei primi cinque giorni di vita del "Pepp", il programma di acquisto titoli per l'emergenza pandemica.
Un ritmo che dimostra come Francoforte stia intervenendo con forza, anticipando la potenza di fuoco dello strumento, oltre al fatto che ha rastrellato quasi dodici miliardi in titoli di Stato italiani in marzo tramite l'App, il programma al quale la banca centrale ha appena affiancato appunto il "Pepp".
Linfa per lo spread e, come si e' visto in Piazza Affari, anche per le banche italiane: il differenziale fra Btp e Bund ha infatti chiuso in calo a 191 punti base dai 199 di venerdi', con il rendimento del decennale italiano sceso all'1,48%.
A raffreddare l'ottimismo, un intervento del Fondo monetario internazionale. Secondo l'Fmi, infatti, il coronavirus "ha spinto il mondo in recessione: il 2020 sarà peggio della crisi finanziaria".
In un blog firmato da John Bluedorn, Gita Gopinath e Damiano Sandri si dice infatti che, anche se "la ripresa in Cina è incoraggiante", resta "un'elevata incertezza sulla strada futura della pandemia e un suo riemergere in Cina e in altri Paesi non può essere escluso".