Stime incoraggianti anche per l'anno in corso: a fine 2017 i consumi interni di beni strumentali potrebbero mettere segno un +5%, mentre per l'export si prevede un +3,1%
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Nel corso dello scorso anno la ripresa della domanda dei beni d’investimento da parte del mercato interno ha comportato un aumento del fatturato dell’industria italiana costruttrice di beni strumentali pari al 3,5%, arrivando così a toccare i 42,5 miliardi di euro. Bene anche l’export, anche se in rallentamento rispetto agli anni passati. Sono questi i dati principali che emergono dall’ultimo studio di Federmacchine.
Secondo i numeri diffusi dall’Associazione, il contributo della domanda nazionale è stato fondamentale per il consuntivo annuo del settore. Il fatturato interno è infatti cresciuto del 7,7%, salendo a 21,5 miliardi di euro. Seppure decisamente più contenuto, anche l’aumento delle esportazioni ha favorito il trend del comparto. In particolare Federmacchine parla di un aumento dell’1,2% delle vendite verso l’estero, arrivando a toccare un valore di 29,5 miliardi di euro.
Nonostante la quota del fatturato derivante dalle vendite verso l’estero sul fatturato totale sia ancora maggiore rispetto a quella relativa al fatturato interno, nel confronto con il 2015 si rileva una leggera diminuzione: dal 71% al 69%.
Tra i principali mercati di sbocco dei beni strumentali italiani troviamo al primo posto la Germania che, con un valore dell’export pari a 3,2 miliardi di euro, riporta una crescita annua dello 0,8%. A seguire troviamo poi gli Stati Uniti (con 2,9 miliardi di euro di valore dell’export, in calo dell’1,6% rispetto all’anno prima), la Francia (due miliardi, +8,5%), Cina (1,9 miliardi, -4,6%) e Spagna (1,2 miliardi, +10,7%).
Anche per il 2017 le previsioni elaborate da Federmacchine indicano una crescita. In particolare, la produzione è stimata in crescita del 4,1% a 44,3 miliardi, mentre l’export dovrebbe accelerare la crescita mettendo a segno un +3,1%, raggiungendo i 30,4 miliardi di euro. In lieve rallentamento, invece, i consumi interni, che dopo il +7,7% del 2016 potrebbero riportare un +5% superando comunque i 22,5 miliardi di euro.