PER IL DECRETO DEL FARE

Benzina, da sabato accise più alte +0,24 cent/litro per rilancio economia

L'aumento previsto nel decreto del Fare. Pieno più caro di 13/17 euro l'anno. La misura renderà 75 milioni di euro alle casse dello Stato

26 Feb 2014 - 16:27
 © ansa

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Scatta da sabato un nuovo aumento di 0,24 centesimi al litro dell'accisa sulla benzina e sul gasolio. Considerando anche l'Iva, ai prezzi attuali l'aumento è di 0,34 centesimi. L'aggravio era stato previsto ad agosto 2013 come copertura finanziaria per diverse voci del decreto Fare, tra cui la nuova legge Sabatini. L'aumento resterà in vigore fino al 31 dicembre.

Con questo ennesimo ritocco, tra il 2010 e il 2014 un'automobile a benzina che percorre 15mila chilometri costerà 257 euro in più, mentre una diesel ne costa 388 in più, secondo la stima fatta dagli artigiani della Cgia di Mestre. I calcoli dell'Associazione artigiani e piccole imprese dicono che negli ultimi quattro anni le accise sono state ritoccate per ben dieci volte e l'Iva per due volte. Dagli ultimi rincari saranno colpite le famiglie, ma anche alcune categorie professionali, come i tassisti, gli autonoleggiatori, gli agenti di commercio, i trasportatori.

Il pieno costerà in media 13 euro in più l'anno per un'auto a benzina che percorre 15mila chilometri, 17 euro in più per un'auto alimentata a gasolio. Il ritocco applicato sarà pari a 2,40 euro ogni mille litri, garantendo, secondo i calcoli, 75 milioni di euro di gettito, che serviranno a finanziare alcuni interventi per rilanciare l'economia.

Assopetroli: fino al 2018 accise a +1,44 miliardi - Assopetroli calcola che fino al 31 dicembre 2018 gli italiani, al netto delle addizionali regionali, attraverso l'aumento delle accise, subiranno una pressione fiscale di ben 1,18 miliardi di euro, ai quali vanno aggiunti altri 260,26 milioni di euro di Iva (calcolata sulle accise) per un valore complessivo di circa 1,44 miliardi di euro. Non ci sarebbe infatti soltanto l'aumento da 0,24 cent. Tra le altre misure una clausola di salvaguardia nel caso in cui le coperture previste non dovessero essere a disposizione, come per la cancellazione della seconda rata dell'Imu del 2013, legata agli incassi dalla sanatoria sui videopoker e al maggior gettito Iva per il pagamento dei debiti pregressi della Pubblica amministrazione.

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