I giudici: "Pratica eccentrica e sleale da parte delle compagnie telefoniche". Gli indennizzi dovranno essere erogati senza alcuna richiesta da parte dei consumatori
I rimborsi da parte delle compagnie telefoniche per la fatturazione a 28 giorni dovranno essere d'ufficio, senza che gli utenti ne facciano richiesta. Lo ha chiarito il Consiglio di Stato pubblicando il testo della sentenza con cui rigetta i ricorsi delle compagnie telefoniche per le bollette a 28 giorni. La sentenza riguarda un ricorso presentato da Vodavone, ma già a luglio il Consiglio di Stato aveva rigettato i ricorsi delle altre compagnie telefoniche contro le sanzioni dell'Agcom.
Ora, con la pubblicazione del dispositivo, si chiariscono le motivazioni e si conferma il passaggio dell'"indennizzo automatico" che dovrà essere attuato. Nel testo i giudici definiscono "eccentrica" e "sleale" la scelta delle compagnie telefoniche di ricorrere alle fatturazioni a 28 giorni. Un meccanismo, ha spiegato il presidente del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi, "che, nei fatti, andava a creare un aumento dei ricavi (e quindi dei costi per i consumatori)".
"Finalmente, con la pubblicazione delle sentenze, le scuse delle compagnie telefoniche stanno a zero. Ora non potranno più chiedere al consumatore di presentare richiesta per avere indietro il maltolto. Gli indennizzi dovranno essere automatici, d'ufficio, come specifica il Consiglio di Stato, e come abbiamo sempre sostenuto", ha spiegato Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.
"Le compagnie - sottolinea Dona - dovranno restituire i giorni illegittimamente erosi. I giorni di rimborso che ciascun operatore dovrà riconoscere in fattura ai propri utenti dovrà riguardare il periodo compreso tra il 23 giugno 2017 e la data in cui è stata ripristinata la fatturazione su base mensile, ossia i primi giorni di aprile 2018. Gli operatori dovranno posticipare la data di decorrenza della fattura per un numero di giorni pari a quelli erosi (eventualmente spalmati su più fatture)".