SEGNO MENO

Borsa, Piazza Affari chiude in rosso: Ftse Mib a -6,10%, bruciati 18,3 miliardi di euro

Milano ha bruciato circa 18,3 miliardi di euro, di fatto annullando il rimbalzo di venerdì scorso. Tonfo anche per gli altri principali listini europei

16 Mar 2020 - 18:08
 © Ansa

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Altra chiusura in profondo rosso per la Borsa di Milano. A Piazza Affari il Ftse Mib ha perso il 6,10% a 14.980,34 punti. Ha terminato le contrattazioni in forte calo anche il Ftse All Share che ha ceduto il 6,06% a 16.360,04 punti. Milano ha bruciato circa 18,3 miliardi di euro, di fatto annullando il rimbalzo di venerdì scorso.

Il listino milanese è riuscito comunque a recuperare parte delle perdite accumulate nel pomeriggio, quando il Ftse Mib era arrivato a perdere fino all'11,3%.

Lo spread Btp-Bund ha chiuso a 262 punti base dai 239 punti di venerdì. La scorsa settimana i titoli tricolori avevano brutalmente reagito in maniera negativa ad alcune dichiarazioni incaute del presidente della Bce, Christine Lagarde, poi corrette con successivi interventi. Il tasso di rendimento del decennale italiano è al 2,15%.

Le Borse europee: Madrid maglia nera Chiusura in forte ribasso anche per le altre principali Borse europee. A Parigi l'indice Cac 40 cede il 5,75% a 3.881 punti, a Francoforte il Dax arretra del 5,26% a 8.746 punti, mentre a Londra il Ftse 100 perde il 4,13% a 5.114 punti. Maglia nera a Madrid, che lascia sul terreno il 7,9%.

La Federal Reserve azzera i tassi, ma non basta Non è bastata neanche la mossa a sorpresa della Fed, che ha deciso di azzerare i tassi con un piano di acquisto obbligazioni da 700 miliardi di dollari. Nel comunicato diffuso la Banca centrale Usa ha fatto sapere che i tassi saranno mantenuti a zero fino a quando "non saremo sicure che l'economia abbia resistito agli eventi recenti e fino a quando non sapremo di essere sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi massimi in termini di occupazione e stabilità dei prezzi". L'azzeramento dei tassi e i 700 miliardi messi sul piatto, ha poi precisato la Fed, abbasseranno il costo del debito dando sostegno a lungo termine al mercato immobiliare, come accadde in occasione della crisi finanziaria del 2008. 

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