BOCCONE AMARO

Buoni Pasto, nel pubblico esclusi solo i docenti e personale Ata | I sindacati protestano

Benefici non per tutti, i rappresentanti delle categorie segnalano l'anomalia e chiedono ticket di 12-13 euro 

11 Gen 2025 - 12:44
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I Buoni pasto come un boccone amaro. Negli ultimi mesi, il tema dei ticket per docenti e ATA, è tornato al centro del dibattito, evidenziando una disparità di trattamento rispetto ad altre categorie del pubblico impiego. Forse non tutti lo sanno ma i dipendenti di questi due settori sono gli unici a non riceverli. Un'anomalia a più riprese segnalata dai sindacati, che chiedono al Governo di intervenire per "sanare" la situazione. Ad oggi, la Legge prevede che tutti i lavoratori subordinati abbiano diritto al buono pasto, sia quelli full time che quelli part time. E sono proprio questi gli unici settori in cui ad oggi non sono ancora previsti, neppure per il personale di segreteria scolastica con contratto full time.

Il contratto collettivo nazionale del lavoro per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, risalente al novembre 2022, prevede una pausa pranzo di 30’ per il personale che lavori oltre 6 ore, e la sostituzione del buono pasto con l’erogazione del servizio mensa, previo però accordo preventivo con i sindacati. Anche in virtù di questo contratto, i sindacati della Scuola chiedono un adeguamento per i propri assistiti.

"Il sindacato crede molto in questa battaglia – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e secondo noi sarebbe importante introdurre dei buoni pasto pari a circa 12-13 euro al giorno. Gli stipendi dei lavoratori della Scuola risultano decisamente bassi. Certo, da quando Anief ha conquistato la rappresentatività le cose sono leggermente migliorate: abbiamo ed esempio chiuso il nuovo contratto dopo che sono state stanziate risorse maggiori in più per il personale del comparto istruzione e ricerca (500 milioni). Vogliamo continuare su questa strada per riportare almeno la situazione a quella del 2001 perché chi lavora a Scuola non vale meno di chi lavora nei Ministeri. Per questo continuiamo ad essere costretti a chiedere l’indennità di vacanza contrattuale piena tramite ricorso al giudice del lavoro. E adesso – conclude Pacifico – faremo di tutto per arrivare anche all’assegnazione dei buoni pasto anche per il personale della Scuola”.

La ragione principale del mancato riconoscimento dei buoni pasto per docenti e personale ATA risiede nell’articolazione dell’orario di lavoro. A differenza di altri settori del pubblico impiego, dove i dipendenti possono avere turni continuativi o spezzati che prevedono pause pranzo lunghe, il mondo della scuola soprattutto si caratterizza per un’organizzazione dell’orario di lavoro diversa. Per i docenti, l’orario scolastico è solitamente concentrato nelle ore mattutine, con lezioni che, nella maggior parte dei casi, si concludono entro il primo pomeriggio. Non essendo previsti regolarmente turni pomeridiani, i buoni pasto non vengono concessi, poiché l’orario di lavoro rientra in quello che viene considerato un turno unico. Detto questo, gli insegnanti sono spesso tenuti a presenziare a riunioni, consigli di classe e colloqui con i genitori che si svolgono anche nel pomeriggio. Un impegno aggiuntivo che comunque non ha ancora portato al riconoscimento del beneficio. Ma la questione, chiaramente relativa anche alle risorse economiche necessarie, è ancora tutta aperta. 

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