La manifestazione indetta da Cgil, Cisl e Uil a Roma coinvolge un settore che occupa circa 80mila addetti in 2.270 aziende. Una categoria penalizzata dagli appalti sempre più al ribasso e dalla concorrenza di grandi imprese che operano dall'estero
I lavoratori dei call center sono in sciopero. Una manifestazione a Roma è stata indetta da Cgil, Cisl e Uil. I circa 80mila addetti delle 2.270 imprese protestano per un miglioramento delle condizioni di lavoro e dei salari, penalizzati da appalti sempre più al ribasso e dalla concorrenza di grandi aziende che operano all'estero, in Paesi come l'Albania o l'India in cui il costo del lavoro è bassissimo.
A Roma ci sarà anche il segretario della Cgil, Susanna Camusso, per dire basta alle gare d'appalto al massimo ribasso che, secondo i sindacati, potrebbero costare il posto a 10 mila addetti del comparto, e alla delocalizzazione.
Gli occupati nei call center in Italia hanno una media di 35-40 anni, sono laureati e spesso sposati e con famiglia. Per loro quello che inizialmente doveva essere un lavoro quasi secondario in attesa di un'occupazione col tempo si è trasformato nell'unica fonte di reddito.