L'economista, nel corso della trasmissione "Financialounge.com On Air", commenta lo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, le stime contenute nel Def e le prossime mosse della Bce
Il Pnrr deve andare di pari passo con le riforme sulla pubblica amministrazione, giustizia, concorrenza, fisco. Così Carlo Cottarelli, economista e senatore della Repubblica italiana, ha commentato l’avanzamento dei progetti italiani finanziati con i soldi del Pnrr, intervenendo nel corso della trasmissione Financialounge.com On Air (guarda la puntata integrale). “Avevo già avvertito che troppi soldi passano per la pubblica amministrazione e sarebbero stati difficili da gestire”, ha detto il senatore.
FITTO IN AULA SUL PNRR
Questa mattina il ministro degli Affari europei e Pnrr, Raffaele Fitto, ha riferito in Aula del Senato sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, rispondendo alla relazione della Corte dei Conti che ha evidenziato “scarsa chiarezza” sui risultati attesi dalle misure finanziate dal Pnrr italiano per la digitalizzazione delle scuole e “notevoli ritardi”, in alcune regioni, sul programma di connettività a banda larga degli edifici scolastici. “Ci sono ragioni oggettive per non rispettare il termine del 30 giugno del raggiungimento di alcuni obiettivi - ha detto il ministro Fitto - ma stiamo lavorando insieme con la Commissione europea per rimodulare gli interventi. L’intero programma necessita di revisione costante per poter raggiungere gli obiettivi e anche se ci sono dei ritardi questo non vuol dire che ci siano inefficienze. Noi guardiamo all’obiettivo finale a giugno 2026”.
PNRR DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA RIFORME
Cottarelli a Financialounge.com On Air ha ribadito che “c’è il rischio di non riuscire a non spendere tutti i soldi allocati per l’Italia. Molti di questi soldi sono stati investiti per rendere le città più vivibili e sostenibili, ma non vanno ad aumentare il potenziale di crescita della nostra economia. Certo potremmo forzare il ragionamento e dire che rendendo le città più vivibili si aumenta la capacità produttiva - ha continuato il senatore - ma non c’è una correlazione diretta. Quello che dobbiamo tenere a mente è che la crescita che dovrebbe derivare dal Pnrr non è connessa soltanto alla spesa di breve, ma soprattutto dalle riforme: pubblica amministrazione, giustizia, concorrenza, fisco (riforma parallela). La legge delega è molto vaga su molte cose”.
DEF E TESORETTO
Cottarelli ha anche commentato il Documento di economia e finanza presentato dal Governo, sottolineando come molte delle stime siano migliori non per effettive prospettive di crescita ma per una riclassificazione di Eurostat del credito d’imposta edilizio. “Eurostat ha contabilizzato i crediti di imposta edilizi - ha detto Cottarelli - che adesso vanno contabilizzati non più sulla base di cassa ma per competenza. Questo meccanismo ha alzato il deficit l’anno scorso. Il risultato è che, escludendo la riclassificazione Eurostat, l’anno scorso il rapporto deficit/Pil sarebbe stato del 5,4% e quest’anno sarebbe del 4,7%. Quindi le stime contenute nel Def non sono molto lontane da quelle reali. Il problema è che il governo ha utilizzato lo spazio creato da questa riclassificazione per fare una manovra espansiva, soprattutto per il prossimo anno. Il margine dato dalla riclassificazione, invece, doveva essere risparmiato perché non è frutto di crescita”.
POCHI SOLDI PER LE RIFORME 2023
Il tesoretto del quale potrebbe disporre il Governo è molto limitato, a fronte di una “lista della spesa” molto lunga di riforme da attuare. “Nonostante la riclassificazione - ha aggiunto Cottarelli - si recupera qualche miliardo, credo soltanto quattro miliardi per il prossimo anno. Soltanto per il cuneo fiscale, mantenendolo costante al livello di quest’anno, servirebbero più di 10 miliardi. E poi ci sono i rinnovi contrattuali. Ma le cose sarebbero state anche peggiori se il Governo non fosse stato in qualche modo graziato da Eurostat con i circa 16 miliardi spostati dalla contabilità del 2024 a quella del 2022. La situazione non è per niente facile”.
INFLAZIONE ANCORA ALTA
Sulle stime di crescita contenute nel Def, Cottarelli ha specificato che “il Governo ha previsto per il prossimo anno una crescita dell’1,5%, ma si dovrebbe raddoppiare la crescita trimestrale allo 0,4% (dall’attuale 0,2%). Obiettivo ambizioso”. Mentre per quanto riguarda l’inflazione e le prossime mosse della Bce, Cottarelli ha concluso: “È chiaro che c'è un rallentamento dell'inflazione, che però non soddisfa completamente perché la dinamica dei prezzi di base continua a essere troppo alta. Però, tenendo conto dei rischi per il settore finanziario, io adesso eviterei un altro aumento immediato di 50 punti base”.