Caro bollette, quali settori pagano di più
© L'Ego-Hub
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La povertà energetica dovuta all'aumento dei costi per l'energia causa l'impossibilità di procurarsi un paniere minimo di beni e servizi energetici, come riscaldamento, illuminazione, uso di elettrodomestici
Prima il Covid, ora il caro bollette: il forte rincaro generale dei prezzi e dei carburanti sta mettendo a dura prova la tenuta economica delle famiglie italiane, in particolar modo di quelle che si trovano nella condizione di povertà energetica. Secondo l'elaborazione dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre sui dati del Rapporto Oipe 20201, si stima che in Italia ci siano 4 milioni di nuclei in difficoltà. Famiglie che si trovano nell'impossibilità di procurarsi un paniere minimo di beni e servizi energetici; ovvero il riscaldamento, il raffrescamento, l'illuminazione, l'utilizzo di elettrodomestici. Ma non solo: l'escalation dei listini dei carburanti alla pompa è costato in soli 6 mesi agli italiani oltre 9 miliardi per i maggiori costi di rifornimento alle auto.
Vista la scarsa disponibilità economica, spesso questi nuclei sono costretti a scegliere: o si mette assieme il pranzo con la cena o si pagano le bollette. Le famiglie più a rischio sono quelle con un elevato numero di componenti, vivono in abitazioni datate e in cattivo stato di conservazione, il capofamiglia è giovane, spesso indigente o immigrato.
La mappa dell'Italia in povertà energetica - A livello territoriale la situazione più critica si presenta nel Mezzogiorno, dove la frequenza della povertà energetica oscilla tra il 24 e il 36% delle famiglie di quel territorio. In Campania, ad esempio, il range va da almeno 519mila nuclei in difficoltà a quasi 779mila, in Sicilia da poco più di 481mila a 722mila e in Calabria da poco oltre le 191mila fino a quasi 287mila unità.
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Altrettanto critica, per la Cgia, è la situazione in altre regioni del Centrosud che registrano una frequenza della povertà energetica medio alta: tra il 14 e il 24%. In questa fascia ci sono la Puglia, con un numero di famiglie che oscillano tra le 223mila e le 383mila e la Sardegna, con una forchetta che varia da quasi 102mila fino a poco più di 174mila. Tra le regioni che, invece, si trovano nella fascia medio bassa (tra il 10 e il 14% di frequenza) il Lazio, il Piemonte, la Liguria, il Friuli Venezia Giulia e la Valle d'Aosta. Tra le realtà, infine, meno interessate da questo fenomeno, dove la forchetta oscilla tra il 6 e il 10%, la Lombardia, il Veneto, l'Emila Romagna, la Toscana e il Trentino Alto Adige.
Il peso del caro-carburanti - L'escalation dei listini dei carburanti alla pompa è costato in soli 6 mesi agli italiani
oltre 9 miliardi per i maggiori costi di rifornimento alle auto. Nello stesso periodo lo Stato ha incassato oltre 25 miliardi a titolo di Iva e accise su benzina e gasolio. Lo rivela un'indagine di Consumerismo e del centro ricerca di Alma Laboris Business School, che ha analizzato l'andamento dei listini alla pompa degli ultimi 6 mesi per capire quanto sia costato alla collettività il "caro-carburante" e quanto abbia guadagnato lo Stato grazie ai rincari alla pompa.