Bollette, come si sono mossi gli Stati per contrastare la crisi energetica
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Confcommercio esorta gli esercenti a esporre in vetrina le spese per luce e gas. E dal capoluogo toscano arriva il grido d'allarme di alcuni pezzi storici della ristorazione locale a rischio chiusura
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Un'iniziativa a livello nazionale "per mostrare ai cittadini e agli avventori di bar e ristoranti in quale situazione drammatica le imprese sono costrette a operare" a causa dei rincari dell'energia. Così Fipe-Confcommercio ha annunciato "una grande operazione di trasparenza" - ribattezzata "Bollette in vetrina" - che esorta i gestori dei pubblici servizi a esporre le cifre spese per luce e gas. Gli aumenti, ha spiegato l'associazione, "costringono gli esercenti a dover scegliere tra gli aumenti dei listini, finora assai modesti, e la sospensione dell'attività in attesa di un intervento risolutivo da parte del governo".
"Bollette triplicate" - Gli esercenti associati a Fipe-Confcommercio riceveranno nei prossimi giorni una cornice da appendere nei propri locali, proprio per mettere in bella vista le ultime bollette per il gas e l'energia elettrica, le cui cifre "sono triplicate rispetto a un anno fa". Come spiega Aldo Cursano, vicepresidente dell'associazione, si tratta di un'iniziativa che "ha l'obiettivo di rendere trasparente cosa sta succedendo oggi a chi gestisce un bar o un ristorante, anche nel tentativo di spiegare ai clienti perché stanno pagando il caffè un po' di più, con il rischio nei prossimi mesi di ulteriori aumenti".
Le richieste al governo - "Con aumenti dei costi dell'energia del 300% si lavora con una pistola puntata alla tempia. Se il governo non interviene o si agisce sui listini o si sospende l'attività. Contiamo sulla sensibilità dei cittadini e dei clienti perché fare lo scaricabarile dei costi è proprio quello che non vorremmo fare", ha aggiunto Cursano. Fipe-Confcommercio ha quindi chiesto al governo "di potenziare immediatamente il credito d'imposta anche per le imprese non energivore e non gasivore", al momento previsto al 15% per quanto riguarda le spese per l'energia elettrica. Un credito ritenuto "assolutamente non adeguato agli extra costi che le imprese stanno sostenendo ora". Ecco perché Cursano esorta l'esecutivo a "fare presto, altrimenti si rischia di innescare una spirale inflazionistica destinata a gelare i consumi".
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L'allarme da Firenze - E intanto, proprio a causa dei rincari dell'energia, Firenze rischia di perdere pezzi pregiati del settore della ristorazione. La storica pasticceria Sieni, nata nel 1909, sta pensando alla chiusura. La titolare Andreina Sieni, 69 anni, ha riunito i suoi otto dipendenti - il più giovane 20 anni, il più anziano 58 - per metterli al corrente della situazione critica. Quattro mesi fa ha ricevuto una bolletta da 1.198 euro, poi da 4.491 euro e da 6.500 euro, fino all'ultima stangata di luglio: 10.240 euro da pagare entro il 28 agosto. Nonostante gli aumenti, la pasticceria ha deciso di non ritoccare i prezzi.
"Non alzo i prezzi" - "Ho superato la pandemia, non ho idea di come superare questo momento. Le difficoltà ci sono", ha detto la titolare a Il Messaggero. "Sono in un rione, abituata a clienti fissi e a girare a testa alta, non alzo i prezzi. Un'azienda sana come la mia non la butto così per delle bollette. Il prossimo mese mi arriveranno 15mila euro?", si è chiesta con amarezza. "Contesterò quelle fatture, ho contattato un avvocato", ha concluso.
Da 4mila a 23mila euro - Sempre a Firenze, tra chi ha aderito all'iniziativa di Fipe-Confcommercio c'è Gualserio Zamperini, titolare del Gran Caffè San Marco dal 1984. Come riporta il Corriere Fiorentino, il noto bar - che conta 30 dipendenti - ha esposto le bollette della luce di luglio 2021 e 2022 per rendere partecipi i clienti dei costi lievitati. Un anno fa ha pagato 4.800 euro, oggi quasi 23mila euro. E già a giugno la bolletta era arrivata a 18mila euro.
"Politica assente" - "Inaccettabile. Siamo al punto che o decidiamo di pagare l'affitto e i dipendenti oppure le utenze", ha detto al quotidiano. Non solo: "La mozzarella ha avuto quattro rincari negli ultimi mesi, il latte cinque. Il prezzo della verdura è aumento del 50%. Praticamente per guadagnarci dovrei vendere una pizza margherita a 30 euro", ha aggiunto. "E la politica? O assente, o connivente. Servirebbe una serrata generale".