Nel pacchetto realizzato dalla Commissione europea, non c'è il tetto al prezzo del gas russo. Resta però l'ipotesi di introdurre un price cap generalizzato a tutti i fornitori
termostato termosifoni riscaldamento energia gas © Ansa
Riduzione obbligatoria dei consumi di elettricità sulla base di un target mensile, lasciando ai singoli Stati membri la discrezionalità di individuare in quali ore implementare tale taglio. È su questo binario che dovrebbe svilupparsi la proposta della Commissione Ue sul taglio ai consumi energetici, attesa per martedì dopo il collegio dei commissari. Nel pacchetto non c'è il tetto al prezzo del gas russo, dato che ormai le forniture sono di fatto interrotte o ridotte drasticamente. Resta però sul tavolo della Commissione l'ipotesi di introdurre un price cap generalizzato a tutti i fornitori, proposta caldeggiata dall'Italia per contenere il caro-energia.
I pilastri del piano Ue - L'esecutivo Ue dovrebbe muoversi su tre dei cinque pilastri contenuti nel documento non ufficiale pubblicato prima del Consiglio Affari Energia. Si tratta del taglio ai consumi dell'elettricità, della tassazione agli extra-profitti e del contributo di solidarietà, che coinvolgeranno le multinazionali dell'energia. A restare fuori quindi sono le misure per l'iniezione di liquidità alle imprese che operano sul mercato dell'energia e il price cap.
La questione del price cap - Sul primo punto lo slittamento sarebbe dovuto a motivi sostanzialmente tecnici visto che le misure vanno calibrate con la regolamentazione Ue sugli aiuti di Stato. Sul price cap, spiega una fonte europea, "la questione resta aperta". Con un'appendice: lo scetticismo sul tetto al prezzo del gas russo è motivato dal fatto che, ora che Mosca ha chiuso i rubinetti, la mossa potrebbe essere davvero marginale. D'altra parte, il price cap a tutto il gas importato nell'Ue, anche se si raggiungesse il necessario consenso, è una misura che richiede ulteriore approfondimenti, sia da parte dell'esecutivo Ue sia delle capitali europee.