"Il caro gasolio - ha fatto sapere l'Associazione produttori Pesca - non permette più di sostenere l'attività di pesca e il comparto ha deciso di fermarsi"
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Da questa notte, e per tutta la settimana, i pescherecci delle marinerie italiane non usciranno in mare. La decisione è stata presa durante un'assemblea avvenuta a Civitanova Marche (Macerata) e che ha visto i rappresentanti dell'80% delle marinerie italiane: "Sciopero generale per tutti - ha fatto sapere l'Associazione produttori Pesca -. Il caro gasolio non permette più di sostenere l'attività di pesca e il comparto ha deciso di fermarsi.
"I costi superano i guadagni" "Mercoledì le associazioni di categoria saranno a Roma - ha spiegato Apollinare Lazzari, presidente dell'Associazione produttori pesca di Ancona - per un incontro al ministero. Vediamo se è possibile far entrare il comparto della pesca tra quelli che vedranno un sostegno nel prossimo decreto. Altrimenti continueremo a stare in terra. Così, non possiamo più lavorare: i costi superano di gran lunga i guadagni".
Nelle Marche, regione dove si ètenuta la riunione dei rappresentanti dell'80% delle marinerie italiane, "tutti i pescherecci di San Benedetto del Tronto, Civitanova Marche, Ancona, Fano e Pesaro hanno aderito compatti all'iniziativa. Martedì andranno negli uffici delle Capitanerie di Porto per consegnare i documenti delle imbarcazioni senza sbarcare i marinai (un gesto che gli armatori hanno deciso per non far perdere lo stipendio ai dipendenti, senza perdere le giornate di pesca)".