I migliori risultati hanno interessato le vendite verso i Paesi dell’area Ue: +3,3% su gennaio e +8,3% sul febbraio del 2015
Stando alle ultime rilevazioni dell’Istat riguardanti il commercio con l’estero, il buon andamento delle esportazioni italiane verso entrambe le aree considerate (intra Ue ed extra Ue) ha consentito al dato congiunturale di tornare a crescere dopo i cali degli ultimi due mesi.
A dicembre 2015, si può osservare dalle serie storiche dell’Istituto, le esportazioni italiane avevano riportato un -2,1%, aggravato dal -2,2% di gennaio 2016. A febbraio l’indicatore ha invertito la tendenza registrando un +2,5%. Stesso andamento, con entità diverse, ha interessato anche le importazioni: -3% a dicembre 2015, -0,5% a gennaio 2016 e +0,6% a febbraio.
Come sottolineato anche dall’Istat, l’incremento messo a segno a febbraio è il risultato delle buone performance che hanno riguardato sia le vendite verso i mercati dell’area Ue, per le quali si è registrato un 3,3%, che quelle verso i Paesi al di fuori dell’Unione europea, +1,8%.
Il confronto tendenziale mostra poi una crescita delle esportazioni complessive pari al 3,3%, legato in gran parte al +8,3% delle vendite verso i Paesi interni all’Unione europea, mentre quelle verso l’area extra-Ue sono cresciute di un più lieve 0,7%.
Le migliori performance hanno interessato il Giappone, con un aumento delle vendite del 13,6%; l’area Asean, con un +12,4%; il Belgio, con un +10,2%; la Spagna, con un +9,7%; e l’Austria, +9,3%. Continuano a scendere, invece le vendite verso la Russia, -20,2%. Giù anche l’export verso Turchia, -1,7%; Svizzera, -4,9%; Stati Uniti, 10,7%; e area Mercosur, -20,7%.
Per quanto riguarda i prodotti, la crescita più elevata è stata registrata per le esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici, +21%; per i computer, apparecchi elettronici e ottici, +10,5%; e per gli articoli in gomma e materie plastiche, +9,6%. In forte aumento si sono mostrate le importazioni di autoveicoli, +30,9%, gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici, +16%; e i macchinari, +10,7%.