In crescita costante dal 2014, quinto surplus commerciale al mondo per il comparto manifatturiero e previsioni positive per il prossimo triennio
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Recentemente il Centro studi Confindustria ha rivisto al rialzo le stime di crescita del Prodotto interno lordo italiano nel 2017 (da +0,8 a 1,3%), attribuendo l'accelerazione agli investimenti e alle esportazioni (i consumi delle famiglie crescono, sebbene in modo limitato). Il contributo dell'export non deve sorprendere.
I.T.A.L.I.A Geografie del nuovo made in Italy – il rapporto biennale realizzato da Fondazione Edison, Fondazione Symbola e Unioncamere – ne sottolinea la (notevole) crescita registrata negli ultimi anni. Nel triennio 2014-2016 le esportazioni italiane sono aumentate di 26,7 miliardi di euro, la seconda migliore performance in valore assoluta tra quelle registrate tra i quattro maggiori Paesi dell'Eurozona. Soltanto la Germania ha fatto meglio dell'Italia.
Il rapporto sottolinea che un contributo fondamentale è stato offerto dai distretti industriali, ovvero quelle comunità di imprese – specie di piccola e media dimensione e prevalentemente appartenenti a uno stesso settore di attività economica –, attive in un territorio circoscritto. Secondo l'ISTAT, in Italia ce ne sono 141 (il dato più recente risale al 2011). L'Italia esporta più prodotti di quelli che importa dal resto del mondo: il saldo della bilancia complessiva – ovvero la differenza tra il valore delle esportazioni e delle importazioni realizzate da un'economia – è positivo (nel 2016 ha raggiunto i 51,6 miliardi di euro).
Lo studio sottolinea anche che il surplus commerciale del comparto manifatturiero italiano è il quinto al mondo (90,5 miliardi di euro) dietro solo alla Cina, alla Germania, alla Corea del Sud e al Giappone. Diversi sono i punti di forza dei prodotti italiani – lo studio elenca la creatività, l'innovazione, la qualità, il design e una spiccata artigianalità industriale – che permettono alle nostre imprese di competere sul mercato globale, con buoni risultati. Risultati che dovrebbero restare positivi anche nei prossimi anni, almeno stando ad alcune stime. Il rapporto annuale di SACE – Export Unchained.
Dove la crescita attende il Made in Italy, che include le previsioni 2017-2020 sull'andamento delle esportazioni italiane –, apre “a un cauto ottimismo”. Secondo le previsioni del SACE, tra il 2017 e il 2020 l'export aumenterà a un tasso medio del 4%, fino a raggiungere nel 2020 il valore di 489 miliardi di euro.