A dicembre l’Istat ha registrato un’espansione congiunturale delle esportazioni verso i Paesi al di fuori dell’Ue dello 0,9%
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Le divergenti dinamiche del commercio con i Paesi al di fuori dell'Unione europea hanno contribuito ad un avanzo commerciale di 5,9 miliardi di euro: il livello più alto mai registrato dal '93. Stando alle rilevazioni dell'Istat, a dicembre, mentre le esportazioni sono salite dello 0,9%, gli acquisti sono scesi del 2,9%, mantenendo in positivo la bilancia.
Rispetto al mese precedente la variazione congiunturale risulta in entrambi i casi in peggioramento. A novembre infatti sia le importazioni che le esportazioni verso i paesi extra-Ue erano in crescita, rispettivamente dello 0,8% e del 3,7%.
Per quanto riguarda invece il dato tendenziale, l'Istituto nazionale di statistica segnala una crescita più sostenuta per l'export (+4,1%) e una variazione più contenuta per l'import (+0,3%). Nel corso dell'intero anno le vendite verso i Paesi extra Ue sono cresciute del 3,6%, mentre gli acquisti sono diminuiti di un lieve -0,1%.
Osservando i flussi commerciali dell'Italia con i principali partner extra-Ue si nota come le migliori performance abbiano interessato le vendite verso gli Stati Uniti, cresciute del 18,4% a dicembre e del 20,9% nel corso dell'intero anno. Una buona dinamica ha interessato poi le vendite verso il Medio Oriente, +4,7% a dicembre e +8,4% nel corso del 2015; quelle verso il Giappone, +19,9% a dicembre e +3% nell'arco dei dodici mesi; e quelle verso i Paesi Eda, +9,4% nell'ultimo mese dell'anno e +3,6% nell'intro 2015.
Al contrario, peggiora ancora l'andamento delle vendite verso la Russia causa delle misure restrittive sugli scambi commerciali. A dicembre le esportazioni verso Mosca sono scese del 16,6%, in rallentamento rispetto all'intero anno, per il quale l'Istat indica un -25,2%. Male anche l'export verso area Mercosur (-25,6%), Cina (-8,1%), Turchia (-9,3%), Svizzera (-5,4%) e India (-3%).