Il Centro studi degli Industriali rivede al rialzo le previsioni: "Biennio di recupero, lo scenario economico è mutato durante l'estate". Squinzi: "Bene ma dobbiamo puntare più in alto"
© ansa
Il Centro studi di Confindustria rialza le stime del Pil per il 2015 e il 2016 indicando rispettivamente un +1% e un +1,5% e migliorando così la precedente previsione di giugno (+0,8% e +1,4%). Il Csc parla di un "biennio di recupero", in uno scenario economico che "durante l'estate è mutato" e che "risulta più favorevole". Dati positivi anche per il lavoro con meno disoccupati e con la creazione di 494mila posti nel biennio 2015-16.
Dopo i postivi dati divulgati dall'Ocse, giungono dunque buone notizie anche dall'associazione degli industriali. Sul fronte disoccupazione, si prevede per il 2015 un tasso pari al 12,2%, che scenderà all'11,8% nel 2016.
"Il biennio previsivo si chiuderà con 278mila occupati in meno rispetto a fine 2007 ma con +494mila rispetto al 2014". Risultato, si sottolinea, delle nuove misure sul lavoro: sgravi contributivi e Jobs act..
"L'Italia risplende per luce riflessa" - Tuttavia il Centro studi di Confindustria sottolinea come ci sia ancora molto da fare: "L'analisi della situazione attuale suggerisce che in questo momento il Paese risplende più di luce riflessa che per meriti propri". E si aspetta una nuova spinta dal governo: "La legge di Stabilità in cantiere può rafforzare notevolmente l'intensità del recupero dell'economia italiana, che rimane fragile e modesto rispetto al terreno perduto, alle spinte che arrivano dall'esterno e ai ritmi che sono necessari per chiudere la voragine di produzione, reddito e occupazione scavate dalle due profonde recessioni".
Squinzi: "Dobbiamo puntare al 2%" - L'1% di crescita nel 2015 e l'1,5% nel 2016 "sono un buon risultato", "ma dobbiamo puntare più in alto" e "dobbiamo tornare a crescere ad almeno il 2%": così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a proposito della revisione al rialzo delle stime da parte del Csc, convinto che l'Italia possa "farcela" continuando sulla strada delle riforme e delle misure interne, visto che "l'aumento del Pil è quasi interamente spiegato da fattori esterni favorevoli".