Secondo l'indagine Confesercenti-Cer Eures, nel 2016 erano ancora inferiori del -4,8% rispetto al 2007, pari a circa 47 miliardi di euro in meno in valori assoluti
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La (timida) ripresa dei consumi registrata recentemente – la spesa degli italiani è cresciuta sia nel 2015 che nel 2016 – non ha permesso il ritorno ai livelli precedenti la crisi economica. Mentre i consumi effettivi pro-capite rimangono al di sotto della media registrata nell'Unione europea.
Secondo l'indagine condotta da Cer Eures per conto di Confesercenti, i consumi finali degli italiani sono ancora abbondantemente al di sotto dei livelli registrati prima della recessione: al netto dell’inflazione, nel 2016 i consumi sono ancora inferiori del -4,8% rispetto ai livelli del 2007, pari a circa 47 miliardi di euro in meno in valori assoluti.
Gli italiani consumano meno di quanto erano soliti fare prima della crisi economica e probabilmente continueranno a farlo ancora a lungo: continuando ai ritmi attuali, Cer Eures e Confesercenti stimano che i consumi torneranno ai livelli 2007 soltanto nel 2020. Il calo dei consumi ha avuto un impatto (inevitabile) sulle piccole e medie imprese del commercio, “che sono state letteralmente decimate”. Secondo le stime contenute nel rapporto, tra il 2011 e il 2016, ci sono state 267mila chiusure (122 al giorno, in media).
Qualche giorno fa, l'Eurostat ha rilevato invece che nel 2016 i consumi individuali effettivi pro-capite degli italiani sono rimasti al di sotto della media dell'Unione europea, restando anche sostanzialmente invariati rispetto a quelli del 2015. Fatta 100 la media UE, il consumo individuale effettivo italiano – un indicatore importante in quanto misura a parità di potere d'acquisto, i beni e i servizi consumati o di cui hanno usufruito gli individui, a prescindere dal fatto che siano pagati dalle famiglie, dai governi o da organizzazioni non profit – si è attestato a quota 97, al pari con l'Irlanda.
Dieci sono i Paesi che invece registrato consumi pro-capite al di sopra della media. L'elenco include i Paesi Bassi (111), la Francia (111), il Belgio (113), la Finlandia (114), la Danimarca (114), il Regno Unito (115), l'Austria (118), la Germania (122) e, infine, il Lussemburgo (132).