Secondo lo studio del Polimi gli oggetti connessi saranno 20,8 milioni nel 2020, contro i 5,5 milioni del 2016
Nel 2015 l’internet delle cose - ovvero quella tecnologia che consente agli oggetti di interagire tra loro e con l’ambiente circostante attraverso una serie di database, rendendoli “intelligenti” – è cresciuto esponenzialmente nel nostro Paese.
Secondo le ultime rilevazioni del Politecnico di Milano, infatti, il mercato dell’Iot nel nostro Paese è arrivato a toccare i due miliardi di euro, riportando un aumento del 30% rispetto al 2014. In crescita, nel 2016, del 30% anche il numero di oggetti connessi ogni giorno rispetto allo scorso anno, a quota 5,5 milioni. Un numero che entro il 2020 potrebbe arrivare a toccare le 20,8 milioni di unità.
Il segmento che, ad oggi, traina maggiormente il mercato è quello in cui rientrano gli Smart Metering, ovvero i contatori intelligenti atti a monitorare i consumi energetici, e gli Smart Asset Management, ovvero gli strumenti per la rilevazione e la gestione da remoto dei guasti e della manutenzione. I dati indicano, per l’appunto, 350mila contatori di questo tipo per le utenze industriali e circa 1,2 milioni per le utenze residenziali.
In crescita, ma ad un ritmo lievemente più lento, le smart car: secondo il Polimi sarebbero 5,3 milioni le auto connesse (soprattutto tramite le “scatole nere” fornite dalle assicurazioni) in Italia, circa un settimo del parco auto circolante complessivo.
Altri segmenti di rilievo sono quelli riguardanti le soluzioni e gli strumenti legati allo SmartBuilding, che rappresentano ormai il 18% del mercato. Crescono anche la Smart Logistic, con una quota di mercato pari all’11%; e le soluzioni e gli strumenti legati a SmartCIty e Smart Environment, 9%.