I dati Istat

Continua a crescere l’export extra-Ue

L’Istat ha rilevato un forte aumento delle vendite verso la Russia (+21,8%) e verso la Cina (+18,7%). Bene l’export di beni di consumo non durevoli (+9,3%)

24 Ott 2017 - 10:41
 © lapresse

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Secondo l’ultimo resoconto dell’Istat, alla fine del mese di settembre le esportazioni italiane verso i Paesi al di fuori dell’Unione europea sono aumentate del 2%, contribuendo positivamente sia alla dinamica trimestrale sia al consuntivo sui primi nove mesi dell’anno.

Tra il periodo aprile-giungo e i tre mesi successivi le vendite verso l’area extra-Ue sono infatti aumentate dell’1,2%, mentre è pari a 8,2 punti percentuali il progresso rilevato tra gennaio e settembre di quest’anno rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Del resto anche tra settembre 2016 e lo stesso mese dell’anno in corso l’export extra-Ue è aumentato notevolmente, mettendo a segno un +8,1%.

Diverso l’andamento dell’import. Se rispetto al settembre del 2016 l’indice ha registrato un +4,7%, dal confronto congiunturale emerge invece un calo del 3,4%, flessione che ha inciso negativamente sul confronto tra il periodo aprile-giugno e il periodo luglio-settembre: -3,4%. Tuttavia le importazioni dei primi nove mesi del 2017 si mostrano comunque in forte crescita rispetto al medesimo periodo di un anno fa: +12,4%.

Osservando i principali mercati extra-Ue di destinazione dei prodotti italiani, si nota un netto miglioramento delle vendite verso la Russia, verso la Cina e verso l’Area MERCOSUR (rispettivamente +21,8%, +18,7% e +15,1%). Bene anche l’export verso gli Stati Uniti, in crescita dell’8,3%, e verso il Giappone, +7,3%.

Nell’arco di questi primo nove mesi un aumento particolarmente positivo ha interessato le esportazioni di beni di consumo durevoli, per il quale l’Istat rileva una crescita del 9,3% a fronte del +6,1% che ha interessato l’export di beni di consumo durevoli (nel complesso le vendite di beni di consumo sono aumentate dell’8,6%). Bene anche le altre tipologie di prodotti: i beni strumentali hanno, infatti, registrato un +7,8% nel periodo considerato, quelli intermedi un +4,4% mentre l’energia ha registrato un 42,6% (al netto della quale l’export extra-Ue ha registrato un +7,1% contro il +8,2% dell’export totale).

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