LIEVE MIGLIORAMENTO MA...

Corruzione, l'Italia è penultima in Europa: peggio di noi solo la Bulgaria

La situazione migliora ma il nostro Paese resta fanalino di coda. Siamo al decimo posto nel G20 e 61esimi nel mondo secondo l'ultimo rapporto in materia realizzato da Transparency International

27 Gen 2016 - 13:45

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In lieve miglioramento, ma ancora fra le ultime in Europa: così si classifica l'Italia quanto a corruzione nel settore pubblico e politico nell'ultimo rapporto relativo al Cpi, l'indice di percezione della corruzione redatto dal Transparency International. Sessantunesima nel mondo, l'Italia a livello europeo è seguita solo dalla Bulgaria.

L'indice di percezione della corruzione di Transparency International offre la misurazione nel settore pubblico e politico di 168 Paesi nel mondo. I risultati della ventunesima edizione vengono presentati a Roma alla sede di Unioncamere da Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia, Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, e Ivan Lo Bello, presidente di Unioncamere.

A livello di G20 l'Italia si piazza al decimo posto, dopo Canada, Germania, Regno Unito, Australia, Stati Uniti, Giappone, Francia, Corea del Sud e Arabia Saudita. Nell'Unione europea, invece, a guidare la classifica dei Paesi con l'indice di percezione della corruzione più basso sono Danimarca, Finlandia e Svezia.

Tra gli ecosistemi mondiali il dossier sottolinea il crollo del Brasile, duramente colpito dal "caso Petrobras", che ha perso 5 punti scivolando dal 69esimo posto al 76esimo, mentre al vertice e in coda alla classifica la situazione rimane pressoché invariata: Afghanistan, Somalia e Corea del Nord si confermano anche quest`anno come i Paesi più opachi, mentre la Danimarca è nuovamente campione di trasparenza.

"Constatiamo con piacere che finalmente si è avuta un'inversione di tendenza, seppur minima, rispetto al passato, che ci fa sperare in un ulteriore miglioramento per i prossimi anni", commenta Carnevali: "Come dimostra la cronaca, la strada è ancora molto lunga e in salita, ma con la perseveranza i risultati si possono raggiungere. In questi giorni la Camera ha approvato le norme sul whistleblowing, le pubbliche amministrazioni stanno diventando via via più aperte e trasparenti, una proposta di regolamentazione delle attività di lobbying è arrivata a Montecitorio. Azioni queste che denotano come una società civile più unita su obiettivi condivisi e aventi come focus il bene della res publica porti necessariamente un contributo fondamentale al raggiungimento di traguardi importanti".

Per Ivan Lo Bello "un passo in avanti del nostro Paese nelle classifiche internazionali sulla percezione della corruzione è sempre una buona notizia. Per compiere un salto di qualità importante occorre però un ruolo più forte della società civile che deve acquisire la consapevolezza che un sistema dove è grande la corruzione non crea ricchezza e alimenta profonde distorsioni del mercato. La battaglia per legalità e trasparenza è resa meno difficile dalla rivoluzione digitale in atto ed anche su questo fronte occorre insistere con decisione per fare della macchina pubblica un attore trasparente, imparziale e rispettoso delle regole del mercato".

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