Diversi studi hanno certificato un notevole aumento degli acquisti di frutta e verdura. L'ultimo quello della Coldiretti, secondo cui i consumi di questa tipologia di prodotti sono al top da inizio secolo
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Nel corso della crisi economica le abitudini di consumo degli italiani sono cambiate notevolmente, prima per l’indebolimento del potere d’acquisto e poi per una maggiore attenzione da parte dei consumatori al fattore salute.
Se negli anni in cui l’economia è stata interessata dalla congiuntura negativa le famiglie tendevano a risparmiare acquistando beni di qualità inferiore, soprattutto sui generi alimentari, pur di acquistarne di più (nel 2013, uno degli anni peggiori della crisi, oltre la metà degli italiani preferiva prodotti non di marca, secondo l’Eurispes) ultimamente il trend si è invertito, anche se alcune tipologie ormai hanno fatto spazio ad altre. In uno studio diffuso qualche tempo fa il Censis aveva certificato un calo del 12,2% della spesa che le famiglie dedicano all’alimentazione (diminuzione ancor più marcata ha interessato la spesa delle famiglie a basso reddito,-19,4%).
In particolare, sempre secondo le rilevazioni del Censis, la crisi economica ha portato ad un calo della spesa di quei prodotti alimentari “più costosi”, come la carne (ne hanno ridotto gli acquisti 16,6 milioni di italiani) o il pesce (ne hanno ridotto il consumo in 10,6 milioni). Già a inizio 2014, secondo quanto emerso da un monitor socioeconomico di Tecnè, a fronte di un calo generale dei consumi, il 38% degli italiani dichiarava di avere rinunciato agli insaccati e stagionati (+8% rispetto a 12 mesi prima) e il 31% alla carne, mentre aumentavano gli acquisti di frutta e verdura. Oggi frutta e verdura rappresentano la principale voce di spesa degli italiani.
Secondo la Coldiretti, infatti, “la decisa svolta salutistica favorita anche da nuove modalità di consumo”, ha contribuito a far aumentare i consumi di frutta e verdura del 3% nel 2017, raggiungendo le 8,5 milioni di tonnellate: la quantità più elevata da inizio secolo. “Con una netta inversione di tendenza rispetto al passato – si legge nell’analisi -, l’andamento positivo dei consumi è spinto soprattutto alle preferenze alimentari dei giovani che fanno sempre più attenzione al benessere a tavola. Il risultato – sottolinea la Coldiretti – è che la frutta e verdura è la principale voce di spesa degli italiani per un importo di 102,33 euro a famiglia che è pari a circa ¼ del totale (23%). Il cambiamento degli stili di vita ha fatto lievitare la domanda di cibi più genuini come l’ortofrutta, che ha conquistato la base della piramide alimentare, con un consumo consigliato di almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno”.
Crisi economica ormai alle spalle, l’attenzione degli italiani – che fino a poco tempo fa era concentrata sul portafogli – è ora più che mai focalizzata sulla qualità e sull’impatto che il cibo ha sulla salute. Non a caso, secondo Agrifood Monitor, tra il 2015 ed il 2016 i prodotti che hanno registrato le maggiori dinamiche di crescita sono stati quelli di cibi a base di ingredienti 100% vegetali e i prodotti salutistici, mentre carni, salumi e latticini hanno registrato flessioni piuttosto marcate. Tra i valori più ricercati dai consumatori figurano, infatti, i benefici per la salute, nel 58% dei casi, seguiti dalla ricercatezza di prodotti eco-friendly (395) e da prodotti di semplice preparazione (31%).