Segnali incoraggianti

Costruzioni: produzione in crescita a maggio

Alcuni indicatori sembrano in miglioramento, ma rimangono le incertezze per uno dei settori più colpiti dalla crisi economica

19 Lug 2017 - 15:06
 © lapresse

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Secondo quanto riportato dall’Istat nell’ultimo resoconto mensile, a maggio la produzione nelle costruzioni ha messo a segno risultati positivi sia a livello congiunturale che tendenziale, invertendo la rotta rispetto alle rilevazioni del mese precedente.

Nel quinto mese dell’anno, infatti, la produzione ha registrato un aumento del 2,7% rispetto ad aprile e del 2,9% rispetto allo stesso mese del 2016. Ad aprile l’stat aveva invece registrato un pesante -4,1% mensile ed un -4,6% annuo (-11% il dato grezzo). Di fatto l’indice mensile si attesta ancora a 67,9 punti, mentre quello annuo è salito a 74,3, mantenendosi ancora su livelli vicini a quelli registrati negli anni della crisi, mostrando ancora una volta la debolezza del settore. . Non bisogna scordare che il settore delle costruzioni è uno di quelli che hanno risentito maggiormente della congiuntura negativa.

Come ricorda il Centro Studi ImpresaLavoro in un recente studio, “l’andamento del mercato italiano delle costruzioni tra il 2010 ed il 2016 ha registrato un crollo verticale di tutti i suoi suoi indicatori: produzione, ore lavorate e permessi di costruzione”. Nell’arco di tempo considerato, infatti, la produzione è diminuita di 32,2 punti percentuali, contro il -8,3% registrato nell’Eurozona e il -3,9% dell’Unione europea (solo quattro Paesi hanno fatto peggio di noi). Le ore lavorate sono crollate del 28,6%, mentre i permessi di costruzione hanno registrato un -65,7%. Senza contare che, secondo l’Ance, tra il 2008 ed il 2016 il settore ha perso quasi 600 mila posti di lavoro.

Dall’indice dell’Istat che misura la fiducia delle imprese di costruzioni traspare comunque un cauto ottimismo: il clima di fiducia è infatti in crescita da quattro mesi consecutivi mentre i giudizi su ordini e piani di costruzione sono in miglioramento da tre. Ancora incerte le attese sull’occupazione.

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