A beneficiarne è a cascata l'intero sistema agroalimentare con ben oltre un milione di chili di vino e cibi invenduti dall'inizio dell'emergenza. La spesa in vacanza lo scorso anno è scesa del 58%
Con la riapertura totale della ristorazione al chiuso e all'esterno dal primo giugno si prepara una estate a tavola da 30 miliardi di euro nei 360mila bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi aperti lungo tutta la Penisola. Lo rende noto la Coldiretti, analizzando l'impatto delle nuove norme anti Covid approvate dal Consiglio dei ministri con il superamento graduale del coprifuoco in vigore da 6 mesi e mezzo.
Il logorante stop and go subito da inizio emergenza A beneficiarne - sottolinea Coldiretti - è a cascata l'intero sistema agroalimentare con ben oltre un milione di chili di vino e cibi invenduti dall'inizio dell'emergenza. Si stima che 330mila tonnellate di carne bovina, 270mila tonnellate di pesce e frutti di mare e circa 220 milioni di bottiglie di vino - precisa l'associazione - non siano mai arrivati nell'ultimo anno sulle tavole dei locali costretti a un logorante stop and go senza la possibilità di programmare gli acquisti anche per prodotti fortemente deperibili.
La drastica riduzione dell'attività - continua - ha pesato infatti sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato e a essere stati più colpiti sono i prodotti di alta gamma.
La ripresa turistica spinge la filiera agroalimentare Al risultato economico e occupazionale si aggiunge la salvezza delle specialità dell'enogastronomia locale, dai formaggi ai salumi fino ai dolci che rischiavano di scomparire per la mancanza di sbocchi di mercato con l'assenza di turisti e la chiusura di ristoranti e agriturismi. Il via libera del Governo era atteso infatti - precisa la Coldiretti - anche per sostenere il turismo nazionale e straniero dopo lo stop alla quarantena da Paesi Ue dell'area Schengen, da Gran Bretagna e da Israele oltre ai voli Covid free dagli Stati Uniti. Il cibo infatti è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per street food o specialità enogastronomiche.
Quanto si è perso lo scorso anno Lo stesso cibo - continua la Coldiretti - rappresenta per molti turisti la principale motivazione del viaggio in Italia che è il solo Paese al mondo che può contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare che ha contribuito a mantenere nel tempo un territorio con paesaggi di una bellezza unica. La spesa in vacanza per il cibo lo scorso anno è scesa del 58%, il minimo da almeno un decennio e gli effetti - conclude la Coldiretti - si sono fatti sentire sull'intera filiera agroalimentare dove sono coinvolte 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro.