Secondo i dati della Banca d'Italia, relativi al 2013, nel nostro Paese l'83% delle transazioni complessive è eseguito in contante a fronte di una media europea del 65%
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La legge di Stabilità per il 2016 prevede molte misure. Ma una in particolare – quella che sancisce l'innalzamento del limite all'uso del contante da mille a tremila euro – ha attirato l'attenzione di molti italiani, una parte dei quali ha dimostrato una propensione crescente all'utilizzo di carte di credito e bancomat.
Oltre all'Italia, nel tentativo dichiarato di contrastare l'evasione fiscale, altri Paesi europei hanno adottato un tetto all'utilizzo del contante: in Francia e Portogallo è pari a mille euro contro i 1.500 della Grecia, i 2.500 della Spagna e i 3.000 del Belgio. Altri (Germania, Svezia, Regno Unito, Paesi Bassi…) hanno preferito farne a meno.
Ma al di là delle scelte dei nostri partner europei e dei suggerimenti di Bankitalia, che ha sottolineato la necessità di mantenere un limite (anche basso) al trasferimento di contante per le attività più a rischio come i money transfer, la decisione del governo – “un piccolo gesto per incoraggiare i consumi”, secondo il premier Renzi – è stata annunciata a poche settimane dalla diffusione dell'ultima rilevazione del Consorzio Bancomat e dell'Osservatorio sulle Carte di credito realizzato da Assofin, Crif e GfK Rilevazione che ha certificato una propensione crescente all'uso del bancomat tra i consumatori italiani.
Nel primo semestre del 2015, i pagamenti effettuati con il bancomat sono aumentati del 2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, passando da 645 a 658 milioni di operazioni. Secondo l'ultimo Osservatorio sulle Carte di credito, nel 2014, il numero dei pagamenti effettuati in Italia con strumenti diversi dal contante è cresciuto del 6,5% rispetto al +5,4% registrato l'anno precedente. A diminuire, semmai, è stato il valore medio delle transazioni effettuate con carta di credito, pari a 84 euro contro gli 87 euro del 2013. “Questa continua riduzione – osservano Assofin, Crif e GfK – evidenzia come in Italia l'utilizzo degli strumenti elettronici si stia diffondendo anche per acquisti di medio-basso valore".
Una crescita verificatasi nonostante la consistente presenza di numerosi unbanked – ovvero le persone senza un conto corrente presso una banca e di conseguenza saldano i propri acquisti in contanti – e nonostante il 50,1% dei consumatori italiani preferisce servirsi dei contanti anche per effettuare acquisti on-line, secondo una rilevazione Paysafecard.