Secondo uno studio di Frost&Sullivan, nei prossimi anni gli investimenti cresceranno più velocemente del Pil
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Energia, utilities, sanità, Ict, trasporti e industria manifatturiera. Sono questi i settori che, secondo uno studio di Frost&Sullivan, offrono più opportunità per la crescita del mercato delle tecnologie dell'Informazione e della comunicazione: l'ITC.
Un mercato che, secondo il Rapporto Ict Opportunities Across European Vertical Markets, vedrà crescere gli investimenti europei più di quanto non faccia il Pil. Basti pensare che, mentre le stime dell'Ocse indicano un +2,2% del Pil per il periodo 2014-2016, gli investimenti nell'Itc potrebbero crescere di un tasso medio annuo del 3,3% tra il 2014 ed il 2019.
Entrando nel dettaglio dei vari Paesi non può passare inosservato il gap tra l'Italia e i nostri principali partner. Mentre la Germania investe in tecnologie dell'informazione e della comunicazione ben il 6,9% del Pil, la Francia il 7% e il Regno Unito il 9,6%, il nostro Paese investe riserva a questo tipo di investimenti solo il 4,8% del proprio Prodotto interno lordo.
Eppure, colmare il gap (di 25 miliardi di euro) con la media europea, dove si investe in questo tipo di tecnologie il 6,6% del Pil, garantirebbe una crescita aggiuntiva del Pil italiano di 1,5 punti percentuali. Non solo, effetti positivi si avrebbero anche sul fronte occupazionale: secondo una stima di Confindustria, maggiori investimenti di questo tipo porterebbero alla creazione di 700 mila nuovi posti di lavoro.
Senza contare poi che, secondo il Censis, se l'Italia riuscisse ad azzerare "il disavanzo nella bilancia dei pagamenti per i servizi informatici, se sviluppasse il commercio online e l'uso della moneta elettronica fino a raggiungere i livelli medi europei, e se riuscisse a razionalizzare le banche dati della pubblica amministrazione centrale si renderebbero disponibili per nuovi investimenti in reti, tecnologie e servizi innovativi 3,6 miliardi di euro all'anno: quasi 10 milioni al giorno"