Dal rapporto Federculture emerge un aumento del 4% nel 2015. Già l'Istat aveva rilevato un incremento della spesa media mensile
Nel 2015 è cresciuta la spesa che le famiglie destinano alla cultura. L'incremento, spiega Federculture nel suo rapporto, è stato del 4%, raggiungendo quota 67,8 miliardi. Il dato non stupisce perché conferma quanto già osservato dall'Istat, quando rilevò per lo stesso arco temporale un aumento della spesa media mensile per beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura.
Semmai il dato importante è il recupero avvenuto lo scorso anno, dopo le perdite consistenti registrate nel periodo 2012-2013. Infatti, nel 2012, la quota di spesa dedicata a consumi culturali e ricreativi da parte delle famiglie italiane si attestava molto al di sotto della media europea, per poi migliorare soltanto in seguito.
Entrando nel dettaglio il rapporto Federculture osserva che sono aumentati gli italiani che si recano a teatro (+4% nel 2015 sull'anno precedente +8% sul 2013), ma anche quelli che hanno visitato i musei risultano in crescita del 7% rispetto al 2014 e del 18% sul 2013. In aumento è la quota di quanti, tra le fasce più giovani, si sono interessati a eventi di questo tipo.
Numeri, insomma, che mostrano una netta inversione di tendenza rispetto al trend degli anni passati. Nei periodi presi in esame i consumi culturali avevano registrato un crollo con la spesa che si attestava a -7%, mentre la fruizione era in caduta vertiginosa (-15,5% nel caso del teatro, per rendere l'idea).
Quello culturale è un comparto di fondamentale importanza per la nostra economia se consideriamo tutte le voci che possono contribuire alla crescita. Si prenda il caso del turismo culturale che, si sottolinea nel rapporto Federculture, è cresciuto del 7% in termini di presenze e del 5% di presenze. Sebbene l'Italia, in questo senso, abbia recuperato posizioni nella classifica della competitività turistica del World economic forum, una quota elevata di spesa legata al turismo culturale (64,5%) – soprattutto da parte di stranieri – si concentra in cinque regioni, che sono Lazio, Lombardia, Veneto, Toscana e Campania.
Ad ogni modo il 18,5% degli italiani (circa undici milioni di persone) non partecipa alla vita culturale e ricreativa del paese. Tuttavia in calo dell'1% nel 2015 rispetto al 2014. L'Istat, sempre nel 2015, aveva rilevato una crescita media mensile nelle spese per beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura delle famiglie del 4,1%, vale a dire di 126,41 euro.