Gli operatori hanno sottoscritto un memorandum non vincolante per la fusione delle infrastrutture con l'obiettivo di accelerare la diffusione delle reti ad alta velocità
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Tim e Open Fiber hanno sottoscritto un protocollo d'intesa non vincolante per la creazione della rete unica attraverso l'unificazione delle infrastrutture dei due operatori: la rete integrata sarà quindi controllata da Cdp Equity (società interamente partecipata da Cassa depositi e prestiti) e partecipata da Teemco Bidco (società lussemburghese controllata dai fondi gestiti da Kkr - Kohlberg Kravis Roberts & Co.) e Macquarie Asset Management. L'obiettivo è quello di "accelerare la diffusione della fibra ottica e delle infrastrutture VHCN (Very High Capacity Networks) sull'intero territorio nazionale".
Il via libera al progetto, che essendo un progetto strategico per il Paese è stato sottoposto al Golden power, è arrivato dopo che domenica sera i cda delle società coinvolte si sono riuniti in seduta straordinaria. In un comunicato congiunto è stato quindi annunciato che "CDP Equity, KKR, Macquarie, Open Fiber e TIM hanno firmato un Memorandum of Understanding per avviare il processo di integrazione delle reti di TIM e Open Fiber". Il processo è "volto alla creazione di un solo operatore delle reti di telecomunicazioni, non verticalmente integrato, controllato da CDPE e partecipato da Macquarie e KKR", che attraverso la diffusione della rete ad alta velocità permetta "l'accesso ai servizi più innovativi ed efficienti offerti dal mercato alla generalità della popolazione, agli enti pubblici e alle imprese, contribuendo in tal modo a uno sviluppo più celere, duraturo e sostenibile del Paese".
Le parti hanno condiviso che l'operazione "possa articolarsi mediante la separazione delle attività infrastrutturali di rete fissa da quelle commerciali di TIM - mediante un'operazione societaria o combinazione di operazioni societarie da definirsi - e l'integrazione delle prime con la rete controllata da Open Fiber con modalità da definirsi". Alla fine di questo processo, TIM, sul mercato italiano, "potrà focalizzare in via prioritaria le proprie attività nei servizi di telecomunicazione e trasmissione di dati". Il progetto sarà realizzato "nel rispetto dei vincoli regolatori" e "in piena, trasparente e preventiva consultazione con tutte le competenti autorità nazionali ed europee".
Con la sottoscrizione del MoU non vincolante, le parti si sono impegnate a negoziare in via esclusiva e in buona fede i termini e condizioni dell'Operazione con l'obiettivo di arrivare alla firma di eventuali accordi vincolanti entro il 31 ottobre 2022. La sottoscrizione dell'accordo dovrà comunque essere approvata dai rispettivi organi sociali e sarà soggetta all'ottenimento delle autorizzazioni (anche in materia di antitrust) da parte delle autorità nazionali ed europee competenti. Il tutto sarà quindi sottoposto all'approvazione dell'Assemblea degli azionisti di TIM.
Gli analisti di Equita nei giorni scorsi hanno stimato che la rete di Tim valga 21 miliardi, senza contare le sinergie con Open Fiber, stimate sempre da Equita "in un miliardo, un valore ben inferiore ai 4.5- 5.0 miliardi indicati dalla stampa (ma da capire su quale proiezioni di capex combined)".