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Dal Canada arriva il robot vaccinatore automatizzato che non usa l'ago

Una startup canadese ha creato Cobi, il robot infermiere capace di iniettare farmaci e vaccini senza utilizzare aghi e completamente autonomo

11 Nov 2021 - 11:13

Già fatto? Con questa domanda la bambina testimonial di una pubblicità di metà anni ’80 mostrava il suo stupore per non aver sentito dolore dopo aver ricevuto una puntura. La frase, poi diventata un vero tormentone ancora non del tutto dimenticato, potrebbe essere riproposta tranquillamente in futuro da tutti coloro che hanno paura degli aghi, o semplicemente da chi teme anche il minimo dolore. Una startup canadese, infatti, ha realizzato un robot capace di effettuare iniezioni di farmaci o vaccini senza l’utilizzo di aghi e in completa autonomia.

COBI, L’INFERMIERE ROBOTICO
Il vaccinatore robotico, di nome Cobi, è stato creato dalla Cobionix, startup nata nell’università di Waterloo, ed è composto da un braccio attivato da servomotori precisi. A guidare il robot è un sistema Lidar, un sensore simile a quelli usati sui modelli più recenti di iPhone che consente la creazione di una mappa 3D del corpo del paziente e dell’ambiente circostante. Tramite questo sistema, Cobi riesce a capire dove si trova il paziente, la posizione del suo corpo, compreso il braccio, e il percorso da fare per avvicinarsi in sicurezza.

LA PUNTURA SENZA AGO
Una volta raggiunto del paziente, il robot poggia semplicemente il suo braccio meccanico sulla pelle, iniettando così il liquido forzandone il passaggio sotto la cute attraverso microfori naturalmente già presenti. In questo modo, oltre a non mostrare alcun ago, il sistema evita di provocare alcun dolore o fastidio, pertanto il paziente sentirà solo l’ingresso intramuscolare del preparato. Inoltre, il robot è in grado di chiedere agli utenti di mostrare la carta d’identità, riuscendo così a identificare il soggetto e scegliere il trattamento stabilito.

UN AIUTO CONTRO IL COVID
Gli ideatori del robot ritengono che “soluzioni autonome come Cobi saranno in grado di proteggere gli operatori sanitari”, impiegati massicciamente nelle campagne di vaccinazione, oltre a “ridurre i costi sanitarie e migliorare i risultati dei pazienti”. In particolare, sarebbe stato utile nel lavoro quotidiano di Antonella Spica, responsabile dell’Unità mobile della Asl di Bari, diventata celebre per aver somministrato ventitremila vaccini anti-Covid in Puglia. Purtroppo, dalla società avvisano che il robot non sarà pienamente operativo prima di un paio d’anni, ma, visto il perdurare della crisi sanitaria, potrebbe fare ancora in tempo a "entrare in campo" nella lotta al coronavirus.

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